Calamaro alici

Nome scientifico: Loligo vulgaris    

il calamaro è un mollusco cefalopode dal corpo allungato a forma di cono, sul dorso in posizione laterale si trovano due grandi pinne che nell’insieme formano un rombo, la testa sporge dal mantello con gli occhi in posizione laterale e attorno alla bocca si trovano quattro paia di braccia ed un paio di tentacoli che si allargano all’estremità a formare la cosiddetta clava, ricca di ventose poste in quattro serie. Il colore è bianco/rosa più o meno intenso con macchie più scure, quando la pelle assume un colore simile al marrone significa che il pesce è stato pescato da qualche giorno. La vivacità degli occhi è un sintomo di freschezza. Il sacchetto interno del nero, quando il "pesce" è stato decongelato, non si presenta più allo stato liquido ma cristallino ed il suo potere di tingere viene sensibilmente ridotto.
La conchiglia è interna e viene chiamata gladio, per via della sua forma.
Il colore è rosa-violaceo, con punti più scuri bruno rossicci. Può raggiungere una misura di 30-40 cm è più comune attorno ai 15 cm.
Spesso il calamaro viene confuso con il totano, si può facilmente riconoscere osservando le pinne, nel calamaro coprono metà della lunghezza totale del mantello, nel totano si trovano inserite all’estremità inferiore.

Dove vive: è una specie generalmente pelagica, ma non è raro trovarla in acque costiere specialmente in estate ed autunno in occasione della riproduzione.
Depone uova tenute assieme in ammassi gelatinosi nastriformi che fissa a substrati sommersi.
In Mediterraneo si trova in tutti i mari italiani, molto diffuso in Adriatico.
Generalmente vive in mare aperto, a profondità comprese tra i 20 e 100 m.
I tentacoli grazie alle loro ventose vengono usati per catturare le prede: pesci, altri molluschi e crostacei.
Compie migrazioni giornaliere risalendo in superficie durante la notte e tornando in profondità nelle ore diurne.
Spesso si sposta in banchi con numerosi individui.