FISHBOX® ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE
Comune-info.net | Quello che il mare offre di Riccardo Troisi
fonte: Comune-info.net
Quello che il mare offre
di Riccardo Troisi
Le pratiche e i principi attraverso i quali i Gruppi di acquisto solidale costruiscono nuove relazioni con le aziende agricole possono essere estesi anche alle imprese di pescatori? Per capirlo, abbiamo intervistato Daniele Mugnano di una piccola e davvero interessante impresa molisana, Fishbox, che crede molto nell’alimentazione sostenibile e promuove il consumo di prodotti ittici stagionali nel rispetto dei cicli di riproduzione e crescita. «La nostra filosofia alimentare – dice Daniele – è basata sul principio “mangio quello che il mare offre e se me lo può offrire”».
Daniele, come nasce la vostra esperienza? Quali sono stati i motivi personali che vi hanno portato a scegliere questo tipo di attività economica?
Io provengo da un antica famiglia di armatori termolesi e Roberto Lanzone da un’antica famiglia di commercianti di pesce, praticamente siamo cresciuti respirando cultura e tradizioni marinare. Il nostro è un progetto per un consumo più consapevole e sostenibile di prodotto ittico nel rispetto dei naturali cicli di vita e della stagionalità delle varie specie. Per fare questo, proponiamo dei cassettoni, i box, con il pesce che i pescatori portano a terra dall’Adriatico. Ci siamo ispirati a un’antica tradizione delle nostre parti che è la schaffetta: è la parte di pesce che spetta al marinaio dopo una settimana di pesca per il consumo familiare. La schaffetta è divisa in parti a seconda del ruolo che si ha all’interno di un equipaggio: due parti al comandante, due al motorista, una ai marinai e una al retante che è la persona che aggiusta le reti. Tornando a noi, la schaffetta è quello che effettivamente si trova in mare e noi la proponiamo nei nostri box servendoci direttamente sui pescherecci di Termoli e selezionando il pesce delle ultime ore di pesca.
Cosa significa «una diffusione più consapevole del consumo del pesce».
Significa abituare l’utente finale a consumare prodotti ittici nel rispetto dei cicli riproduttivi e della stagionalità, abituandosi a consumare la specie in base alla stagione di abbondanza e non in base alle scelte imposte dalle abitudini di un mercato globalizzato: questo permette di mangiare del buon pesce fresco di stagione e locale.
Come avete scelto i pescatori che fanno parte della vostra filiera produttiva?
Quando proponemmo l’idea ai pescatori, molti ci presero per matti. Alcuni, però, sembrarono interessati, abbiamo chiuso all’inizio degli accordi con pescatori termolesi più attenti che hanno voluto scommettere sul nostro progetto di riuscire a commercializzare a filiera corta, le barche che scegliamo non devono avere cavallaggi motori maggiori di 500 hp, devono rispettare le normative europee per la misura delle maglie delle reti e rispettare almeno un ciclo annuale di fermo biologico. Su questo siamo intransigenti. Se saliamo su una barca e vediamo del pesce sotto taglia lasciamo tutta la pescata. Inoltre crediamo che l’autocontrollo sulle pratiche sostenibili possa creare in futuro più produttori responsabili. Ai pescatori sottoponiamo un rigido protocollo, ma la barca è solo uno degli anelli della catena.
Vendete anche pesci in allevamento italiano che dichiarate siano alimentati in maniera sostenibile: ci spiegate cosa significa?
L’allevamento sostenibile è una scommessa che abbiamo vinto in dicembre, quando abbiamo lanciato il nostro Natale Sostenibile per una riduzione di pressione sugli stock ittici più sfruttati nel periodo natalizio. La scelta dell’allevamento è stata dura ma alla fine abbiamo trovato sul Gargano un piccolo allevamento offshore che non è ancora certificato ma bio utilizza tutto il protocollo del biologico per quanto riguarda i mangimi. Gli allevatori, inoltre, hanno ridotto gli abitanti nelle gabbie per metro quadrato, questo permette agli avanotti di crescere il più vicino possibile al selvatico. infatti le carni sono più magre e i pesci di pezzature disuguali. Inoltre il mangime viene dato a mano e non con macchinari e le gabbie pulite di continuo per non impattare sull’ambiente circostante, siamo cosi soddisfatti dei ritorni che abbiamo appena chiuso un accordo con un altro allevamento certificato bio per lanciare la nostre linea biofish 100 per cento biologico certificato, primo esempio in Italia diprodotti ittici semilavorati che si rivolgono al mondo del biologico.
Abbiamo letto che fate consegne fino in Lombardia. Come valutate l’impatto del trasporto sulle vostra attività?
Noi riteniamo che quando si entra in una pescheria per preparare un banco pesca si muovono navi, aerei e traghetti visto che il pesce arriva da mezzo mondo con grandi emissioni di CO2. Noi promuovendo il consumo di pesce locale e di stagione non facciamo nient’altro che preparare in box il pescato giornaliero e portarlo con camion frigo riducendo sensibilmente l’impatto ambientale. Stiamo cercando di riuscire a fare anche viaggi con furgoni a metano (i nostri mezzi sono in outsourcing) in futuro speriamo di riuscire ad avere più mezzi a basso impatto per ridurre ulteriormente le emissioni.
Quanto è stato importante internet per la vostra impresa ?
E’ stata la nostra più grande scommessa riuscire a convogliare clienti ad acquisti online di pesce. La scelta ha fatto si che si passasse dalle reti dei pescatori alla rete internet. Quando si apre un ordine in una città, si attiva una macchina collaudata. C’è chi si occupa degli aspetti commerciali, chi della selezione e del confezionamento del prodotto. Altri si interessano della logistica per le consegne, dell’accertamento della soddisfazione del cliente, dell’aggiornamento del sito.
Vi definite una «community supported fishhery», cosa significa? Che tipo di impresa avete costituito? Come curate la sostenibilità sociale dell’impresa?
La Csf è un modello aziendale che permette a un cittadino consumatore critico di avvicinare un produttore responsabile. Noi siamo il primo esempio in Italia di quello che già da anni avviene in agricoltura con la filiera corta. I maggiori protagonisti del nostro progetto sono i nostri clienti, prevalentemente Gruppi di acquisto solidale che con i loro ordini compatti e coordinati ci permettono di fare acquisti colletivi direttamente sulle barche: in questo modo i pescatori e i clienti si incontrano in un progetto conveniente per entrambi. i pescatori hanno la garanzia che il loro pesce è venduto, i Gas un forte risparmio sull’acquisto di un prodotto sano e buono. Altri protagonisti importanti sono i nostri collaboratori, da chi si occupa sul territorio di coordinare gli ordini a chi prepara i box e non ultimo chi li trasporta: devono muoversi in una sintonia e coordinazione come parte attiva del progetto. In pratica «Fish Box» funziona così: c’è un monitoraggio costante con i comandanti dei pescherecci per sapere che cosa è finito nelle reti; in base alle esigenze della giornata si fa un’asta telefonica, che va confermata una volta che il pesce è sbarcato e passa l’esame qualitativo dell’esperto Roberto; se c’è il via libera, il pescato viene acquistato ed è pagato al momento. E prima di entrare nei box viene sottoposto a controllo sanitario. Il nostro modello è una boccata d’ossigeno per i pescatori visto che paghiamo il 15-25 per cento in più del grossista e riusciamo a consegnare a un prezzo fisso in tutta Italia con un risparmio fino al 25 per cento rispetto ai tradizionali canali di vendita. Ci piacerebbe avere la certezza di ordini tutti i giorni, in modo da appaltare completamente alcune barche. Il vantaggio sarebbe reciproco: i Gas avrebbero pescherecci che lavorano esclusivamente per loro e i pescatori la certezza del pesce venduto tutto l’anno. Chissà!. Con i pescatori c’è dunque un rapporto quotidiano. Con loro si condividono le strategie di pesca. Lavoriamo con chi ci ispira fiducia e condivide il nostro progetto .
Quali obiettivi vi siete dati?
L’obiettivo del 2013 è confermare una riduzione sugli stock ittici del 20 per cento attraverso il consumo di pesce povero, con il progetto Fishbox-Alimentazione Sostenibile e aprirci al mercato dell”ittico biologico con il nostro marchio Biofish per andare incontro alle esigenze di quelle famiglie attente al mondo bio immettendo sul mercato semilavorati.
Siete in relazione con altre imprese sociali e organizzazioni simili alla vostra? Vi sentite parte del movimento dell’altra economia?
Assolutamente, siamo in contatto con piccole produttori locali con cui stiamo cercando con il marchio Conserve di mare di raggruppare piccole aziende che fanno produzioni locali e tradizionali trasformando pesci meno conosciuti, basta con il tonno in scatola ben vengano sugheri, tombarello o allitterato. Poi abbiamo una forte relazione strategica con tantissime famiglie organizzate in Gruppi d’acquisto solidale, solo a Roma facciamo consegne a 20-25 Gas. Le regioni servite attualmente con consegne settimanali, quindicinali o mensili sono l’Abruzzo, il Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte e, da poco, la Lombardia.
Come pensate di favorire una partecipazione e un atteggiamento attivo da parte dei cittadini in quanto consumatori critici?
Gli utenti che si avvicinano al nostro progetto sposano una filosofia alimentare basata sul principio che «mangio quello che il mare offre e se me lo può offrire», vengono ripagati con freschezza qualità e convenienza (..) Visualizza l'articolo completo: http://comune-info.net/2013/06/un-pesce-equo-e-solidale/
Slowfish | Resistenza Ittica - Dal pescatore al consumatore, i gruppi d’acquisto del pesce
Fonte: Slowfish
Dal pescatore al consumatore, i gruppi d’acquisto del pesce
Si diffondono anche in Italia le Community Supported Fishery, un impulso all’economia locale e una garanzia di tutela ambientale.
Secondo stime recenti, la pesca di piccola scala contribuisce alla produzione ittica mondiale in una percentuale superiore al 50%. Tuttavia, nonostante i benefici economici, ambientali, sociali e nutrizionali, e i forti valori sociali e culturali, le comunità di pesca tradizionale di piccola scala si trovano spesso a dover fronteggiare situazioni di estrema precarietà.
In agricoltura, una delle possibili soluzioni è rappresentata dai sistemi di Community Supported Agriculture (Csa), basati sull’alleanza tra uno o più coltivatori e un gruppo di consumatori. In pratica i consumatori concordano periodicamente, con uno o più produttori, quantità e prezzo dei prodotti disponibili, impegnandosi a pagarli in anticipo, e i produttori consegnano poi secondo stagione con una periodicità concordata. Un modello che si sta diffondendo anche nel mondo della pesca, dove iniziano a comparire esperienze di Community Supported Fishery (Csf).
Se i gruppi di Csa possono incoraggiare pratiche di agricoltura sostenibile e proficua, le attività di Csf possono fare lo stesso per la pesca. L’iniziativa si fonda sul principio secondo cui le persone – che siano pescatori costieri o consumatori locali – giocano un ruolo chiave nella creazione di soluzioni che possano favorire lo sviluppo di economie locali, incoraggiare una gestione ambientale sostenibile e tutelare la salute delle comunità.
Dall’Italia riportiamo l’iniziativa del progetto Fish Box nato per diffondere il consumo consapevole di pesce e accorciare la catena distributiva. L’azienda si rivolge a gruppi di acquisto di quartiere o aziendali, Gas, associazioni e realtà operative nel mondo del biologico. Il “Box” è costituito da una cassetta ermetica contenente 2 kg di pesce fresco dell’Adriatico, acquistato dai responsabili di Fish Box direttamente sulla banchina di Termoli, garantendo che ci sia solo pesce di stagione e pescato con tecniche tradizionali...........(...) continua a leggere: http://slowfood.com/slowfish/pagine/ita/resistenza/dettaglio.lasso?-ida=59
Messaggero di Sant'Antonio | Storie di Vite | Nuova Economia - Il Pesce in rete...... di Gaetano Vallini
fonte: Messaggero di Sant'Antonio
Storie di Vita - Nuova Economia
Il pesce in rete...
La storia di «Fish Box», un’esperienza innovativa di vendita di pesce italiano direttamente dai pescherecci alle case, attraverso internet. Nel rispetto della natura.
di Gaetano Vallini
E' stata una scommessa rischiosa vendere pesce fresco attraverso internet. Noi stessi eravamo titubanti: la gente si sarebbe fidata, accontentandosi di sapere che dietro quel progetto c’era una filosofia ben precisa di rispetto dell’ambiente? Quando proponemmo l’idea ai pescatori,molti ci presero per matti. Alcuni, però, sembrarono interessati, così come quelle famiglie di un gruppo d’acquisto romano dalle quali ci era giunta l’iniziale inattesa richiesta». Roberto Lanzone, 42 anni, di Termoli, cittadina molisana sulla costa adriatica, racconta così la nascita, quasi quattro anni fa, di «Fish Box», prima esperienza in Italia di vendita di prodotti ittici con un progetto di consumo consapevole e sostenibile, che rispetta i naturali cicli di vita e la stagionalità delle specie, accorcia la catena distributiva, offrendo pesce che arriva direttamente dai pescherecci, a prezzi più bassi rispetto al mercato. Un’impresa pionieristica, una sfida senza garanzie di successo quella accettata da questo giovane imprenditore che ha deciso di dare una svolta alla sua attività riconvertendo in parte la pescheria che gestisce. Roberto viene da un’esperienza scout; l’amore e il rispetto per la natura ce li ha dentro.
E allora ha provato a portare anche nel settore ittico questa attenzione. «Stiamo facendo i conti con una pesca distruttiva – spiega – che impoverisce i mari, portando alla scomparsa di molte specie. Dobbiamo fare qualcosa per preservare il pesce rimasto, o saremo costretti a mangiare solo prodotti di allevamento, meno buoni e di scarsa qualità. Siamo noi che scegliamo; con il nostro consumo e la modifica delle abitudini possiamo condizionare il mercato e invertire la rotta». Dopo un avvio non facile – si partì con un solo ordine al mese – si può dire che la sfida è stata vinta. «A quel gruppo di famiglie romane si sono aggiunte altre realtà. Oggi ogni settimana ci sono diverse centinaia di famiglie appartenenti a Gruppi di acquisto solidali (Gas) che aspettano
i nostri box. Ci piace pensare che siano diventate un movimento che aderisce alla nostra filosofia», aggiunge Daniele Mugnano, termolese trapiantato a Roma che supporta Roberto nell’impresa. «Le regioni servite attualmente con consegne settimanali, quindicinali o mensili sono l’Abruzzo, il Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte e, da poco, la Lombardia.
Ci siamo aperti anche alle botteghe equosolidali e bio, che diventano punti di raccolta di ordini e svolgono un ruolo capillare nel territorio, perché coinvolgono persone che non usano internet o non fanno parte di gruppi d’acquisto».
Roberto e Daniele sono solo i due referenti maggiori di un’attività svolta con passione e dedizione da una rete di amici che cooperano per la riuscita del progetto. Un’idea che si sta tramutando in opportunità di lavoro per alcuni pescatori, una quindicina, che con «Fish Box» si garantiscono un minimo di entrate sicure. «Lavoriamo con due battelli di una cooperativa di piccola pesca che utilizzano
tecniche a impatto ambientale zero, tanto che non sono soggetti a fermo biologico – spiega Roberto –, e con tre pescherecci, dai quali ci riforniamo direttamente ogni sera, dal lunedì al giovedì. Li contattiamo quando sono ancora in mare, così già sappiamo che cosa hanno pescato».
Supportare la pesca preservando il mare Il riferimento è il Community Supported Fishery – di cui «Fish Box», secondo «Slowfood», è uno dei pochi esempi in Italia – nato per dare un impulso all’economia locale e garantire la tutela dell’ambiente. Il modello è quello sperimentato con i Community Supported Agriculture, basati sull’alleanza tra coltivatori e gruppi di consumatori. Questi ultimi concordano quantità e prezzo dei prodotti disponibili impegnandosi a pagarli in anticipo; i produttori consegnano secondo stagione e tempi prestabiliti.
Per «Fish Box» funziona così: c’è un monitoraggio costante con i comandanti dei pescherecci per sapere che cosa è finito nelle reti; in base alle esigenze della giornata si fa un’asta telefonica, che va confermata una volta che il pesce è sbarcato e passa l’esame qualitativo dell’esperto Roberto; se c’è il via libera, il pescato viene acquistato ed è pagato al momento. E prima di entrare nei box viene sottoposto a controllo sanitario. «Il nostro modello è una boccata d’ossigeno per i pescatori – precisa Daniele – visto che paghiamo il 15-25 per cento in più del grossista e riusciamo a consegnare a un prezzo fisso in tutta Italia con un risparmio fino al 25 per cento rispetto ai tradizionali canali di vendita. Ci piacerebbe avere la certezza di ordini tutti i giorni, in modo da appaltare completamente alcune barche.Il vantaggio sarebbe reciproco:
i Gas avrebbero pescherecci che lavorano esclusivamente per loro e i pescatori la certezza del pesce venduto tutto l’anno. Chissà!». Con i pescatori c’è dunque un rapporto quotidiano. Con loro si condividono le strategie di pesca. «Lavoriamo con chi ci ispira fiducia e condivide il nostro progetto – sottolinea Daniele –. La selezione dei collaboratori avviene con una stretta di mano e uno
sguardo sincero. È questa genuinità che finora ha garantito solidità al progetto. Ai pescatori sottoponiamo un rigido protocollo: non pescare pesce sottomisura e squaloidi, utilizzare reti con maglie a norma europea, rispettare i periodi di fermo biologico. Se, quando selezioniamo il pesce a bordo, ci accorgiamo che il protocollo è stato violato, lasciamo l’intera pescata ed escludiamo la barca dal progetto. Il rispetto deve partire da noi stessi». Dopo la diffidenza iniziale, i pescatori convinti che avranno un futuro solo adottando pratiche sostenibili sono aumentati.
Ma la barca è solo uno degli anelli della catena. Quando si apre un ordine in una città, si attiva una macchina collaudata. C’è chi si occupa degli aspetti commerciali; chi della selezione e del confezionamento del prodotto. Altri si interessano della logistica per le consegne, dell’accertamento della soddisfazione del cliente, dell’aggiornamento del sito.
«Tali attività, che variano sempre in volume – sottolinea Mugnano –, sono svolte coinvolgendo nuove risorse, amici, competenze e professionalità. L’affiatamento nel gruppo è fondamentale perché la velocità del processo, garanzia di freschezza, non permette soste. Spesso si passano notti insonni. E certe cose si fanno volentieri se si è mossi dalla passione».... (...) Visualizza l'articolo completo: Messaggero di SantAntonio_ Feb 2013 _ Fishbox
La Repubblica | Genova - Sostenibilità: al via progetto per promozione pesce senza mercato
fonte: La Repubblica | Genova
Ultime notizie
Sostenibilità: al via progetto per promozione pesce senza mercato
(Adnkronos) - Il progetto, coordinato dall'Acquario, e' cofinanziato dall'Unione europea e dalla regione Liguria. "Abbiamo individuato 18 specie non a rischio, meno conosciute e quindi valore di mercato basso. Che siano poco conosciute lo capiamo anche facendo sondaggi: abbiamo distribuito 800 questionari al pubblico, nei nostri eventi o degustazioni chiedevamo verbalmente mostrando i pesci se per caso li conoscessero, e cosi' via; ma l'ignoranza diffusa dipende anche dal fatto che quelle specie non arrivano sui banchi del mercato: e allora abbiamo pensato di coinvolgere anche i distributori per rompere questo circolo vizioso". Da qui un accordo, che Valettini definisce importantissimo, con le due maggiori cooperative di pesca nazionali, Agci Agrital e Legapesca, che aiutano il gruppo di Fishscale a coinvolgere pescatori e rivenditori nei punti di prima vendita: di fatto, lungo le banchine dei porti pescherecci.
Le risposte non sono tardate, e soprattutto dai pescatori: "loro sono felici, conoscendo bene il pesce, di venderlo invece di ributtarlo a mare (ogni anno, stima la Fao, lo scarto a livello mondiale e' del 25%, pari a oltre 40 tonnellate, ndr), e si sono convinti subito che con una maggiore richiesta sarebbe per loro un vantaggio economico non indifferente, anche se il pesce non noto non spunta alti prezzi". Gia' un altro progetto di pescato sostenibile, www.fishbox.it di Termoli, ha iniziato a commercializzare box di alcune specie selezionate dai "biologi-attivisti" di Genova. (segue)
articolo completo su http://genova.repubblica.it/dettaglio-news/18:08/4129283
Prometeo | Specie meno conosciute sulle tavole italiane con il progetto Pesce Ritrovato
fonte: IGN - portale gruppo ADNKRONOS - Prometeo
Sostenibilità notizie
Specie meno conosciute sulle tavole italiane con il progetto
'Pesce ritrovato'
L'intento dell'iniziativa, nata all'Acquario di Genova, è la salvaguardia della biodiversità marina
Roma, 12 mar. - (Adnkronos) - Orata o spigola? Nessuna delle due: piuttosto una succosa lampuga, un'argentea spatola, la nobilissima alalunga, o quello che la vera gente di mare ritiene il re dei pesci a carne bianca, il leccio stella. Da oltre un anno, con una passione pari solo alla loro testardaggine, un gruppo di biologi dell'Acquario di Genova è impegnato nella divulgazione delle specie dimenticate dei nostri mari, ed hanno quindi ideato il progetto "Pesce ritrovato", partito nell'ottobre 2010 e finanziato fino alla fine del settembre 2013: e visto il successo che sta riscuotendo, anche tra ristoratori, coop e soprattutto gli utenti finali sulle loro tavole, potrebbe continuare ancora a lungo.
"L'intento principale del progetto -dice all'Adnkronos Bruna Valettini, alla testa del progetto- è la salvaguardia della biodiversità marina, promuovendo le specie meno conosciute: le altre sono sovrasfruttate, vale a dire quei pesci che tutti conoscono e tutti comprano al mercato". Ma il bonus vero, che si scopre solo dopo, è proprio a tavola: le specie selezionate dal progetto (la lista è su www.fishscale.eu) non solo non hanno nulla da invidiare a quelle più conosciute, ma spesso hanno caratteristiche di gusto e anche organolettiche superiori. "Anch'io -dice Valettini- ero una consumatrice tipo, poi mi sono resa conto della realtà di questa situazione. Il consumatore tipo ragiona così: non conosce il pesce e quindi non lo compra. E non sa che grosso sbaglio fa..."
Il progetto, coordinato dall'Acquario, è cofinanziato dall'Unione europea e dalla regione Liguria. "Abbiamo individuato 18 specie non a rischio, meno conosciute e quindi valore di mercato basso. Che siano poco conosciute lo capiamo anche facendo sondaggi: abbiamo distribuito 800 questionari al pubblico, nei nostri eventi o degustazioni chiedevamo verbalmente mostrando i pesci se per caso li conoscessero, e così via; ma l'ignoranza diffusa dipende anche dal fatto che quelle specie non arrivano sui banchi del mercato: e allora abbiamo pensato di coinvolgere anche i distributori per rompere questo circolo vizioso". Da qui un accordo, che Valettini definisce importantissimo, con le due maggiori cooperative di pesca nazionali, Agci Agrital e Legapesca, che aiutano il gruppo di Fishscale a coinvolgere pescatori e rivenditori nei punti di prima vendita: di fatto, lungo le banchine dei porti pescherecci. Le risposte non sono tardate, e soprattutto dai pescatori: "loro sono felici, conoscendo bene il pesce, di venderlo invece di ributtarlo a mare (ogni anno, stima la Fao, lo scarto a livello mondiale è del 25%, pari a oltre 40 tonnellate, ndr), e si sono convinti subito che con una maggiore richiesta sarebbe per loro un vantaggio economico non indifferente, anche se il pesce non noto non spunta alti prezzi". Già un altro progetto di pescato sostenibile, www.fishbox.it di Termoli, ha iniziato a commercializzare box di alcune specie selezionate dai "biologi-attivisti" di Genova.
Dalla banchina al ristorante il passo è breve, e Fishscale ha già nel suo carnet una sessantina di risoratori liguri che aderiscono al progetto, più un gruppetto di pescherie. "La grande svolta potrebbe derivare -anticipa Valettini- da un possibile accordo con Unioncamere, che stiamo discutendo proprio in questi giorni: raggiungeremmo circa 2.000 ristoranti, non è poca cosa".
articolo completo su http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Risorse/Specie-meno-conosciute-sulle-tavole-italiane-con-il-progetto-Pesce-ritrovato_313077752104.html
DONNAMODERNA | I consumatori aiutano la piccola pesca costiera
fonte: DONNAMODERNA
I consumatori aiutano la piccola pesca costiera
Il gas non è solo quello che esce da fornelli e caldaie: è anche acronimo che significa Gruppi di acquisto solidale.
Nati nella tradizione cooperativa operaia e popolare, oggi i gas sono diffusi in tutti i ceti sociali, in particolare tra i consumatori attenti al risparmio e alla qualità che soltanto un rapporto diretto e fiduciario tra chi produce e chi acquista può garantire.
In genere, oltre che detersivi a basso impatto ecologico o cosmetici naturali, si comprano prodotti biologici freschi: ortaggi, frutta, formaggi, olio.
Il successo di queste iniziative fa sì che i gas siano stati allargati ad alimenti considerati più “difficili”, come il pesce.
E’ un modo importante di aiutare la piccola pesca costiera, l’unica che non danneggia l’equilibrio degli ambienti marini compromessi dal prelievo dissennato di risorse da parte della grande pesca industriale. L’azienda Fish Box fornisce una cassetta ermetica da 2 chili di pesce fresco dell’Adriatico, acquistato sulla banchina di Termoli (Cb), garantendo che ci sia solo pesce di stagione e pescato con tecniche tradizionali. Un’altra azienda (…………)
l'articolo completo è pubblicato su DONNAMODERNA del 27 Aprile 2011 n.1 (scarica il pdf)
GAMBERO ROSSO | Sul banco pesce, non ti scordar di noi... di Flavia Rendina
fonte: GamberoRosso.it - food news
Sul banco pesce, non ti scordar di noi...
Di pesci ne è (era) pieno il mare...
di Flavia Rendina
Di pesci ne è (era) pieno il mare... Inquinamento, pesca illegale, sovrasfruttamento di alcune specie con relativa compromissione dell'ecosistema, stanno seriamente minando la salute del nostro mare e, di conseguenza, del nostro pianeta.
Quando si fa la spesa, quando si richiede un prodotto, quando si compra un pesce piuttosto che un altro, ciascuno di noi esercita, nel suo piccolo, un potere capace di avere ripercussioni su larga scala. Per un mercato ittico più sostenibile, pertanto, è necessario agire direttamente sulle attitudini dei consumatori, favorendo la riscoperta, la conoscenza, l'apprezzamento e il consumo di specie locali spesso trascurate: l'obiettivo, in sintesi, di Pesce Ritrovato by Fish Scale, il progetto triennale di carattere nazionale nato nell'ottobre 2010.
Il perché di un tale progetto è semplice: secondo il Ministero Italiano delle Politiche agricole, alimentari e forestali, delle oltre 700 specie commestibili, solo il 10% circa è effettivamente commercializzato, a causa di abitudini alimentari e culturali ormai consolidate e della scarsa conoscenza di prodotti alternativi.
Tutto ciò si traduce nel sovrasfruttamento di determinate specie, per le quali viene superato il massimo quantitativo di pesca sostenibile (in alcuni casi raggiunge addirittura l'80%), e nello spreco del resto del pescato - perfettamente commestibile ma per il quale non esiste mercato - pari a circa il 25% del totale, per un peso stimato in oltre 40 milioni di tonnellate all'anno (dati rapporto FAO, Sofia – 2008).
Comportamenti preoccupanti che vanno a incrementare la mole di scarti alimentari e a minacciare sempre più seriamente l'ecosistema marino. Oltre ad agire sul fronte dei sistemi di pesca, al fine di renderli sempre più selettivi (risparmiando quindi una morte inutile e dolorosa a specie non commestibili pescate accidentalmente), Pesce Ritrovato by Fish Scale si propone di salvaguardare la biodiversità marina valorizzando e promuovendo il consumo di specie poco note o sottosfruttate, rendendo così remunerativa la loro cattura per pescatori e la loro commercializzazione per gli operatori del settore.
Un nuovo concetto di pesca sostenibile che, oltre a proteggere la salute del pianeta, rappresenterebbe un'opportunità di crescita economica per molti settori, soprattutto se coordinata con un'offerta commerciale mirata a soddisfare le richieste di nuovi consumatori, più informati e sensibilizzati sui temi dello sfruttamento delle risorse marine.
Sono partner del progetto FishScale, L'Acquario di Genova, nel ruolo di coordinatore, Legambiente, Coop Liguria (associazione di consumatori), Lega Pesca, (l'associazione delle cooperative operanti nel settore dell'economia ittica), Softeco Sismat S.p.A. (azienda leader nel mercato dell'information and communication technology), AGCI Agrital (l'associazione del settore agro-ittico-alimentare dell'AGCI) e la Regione Liguria, co-finanziatore di supporto.
Da qualche giorno, la collaborazione si è estesa anche al progetto Fish Box, nato per diffondere il consumo consapevole di pesce e accorciare la catena distributiva, rivolgendosi in forma diretta a gruppi di acquisto di quartiere o aziendali, Gas, associazioni e realtà operative nel mondo del biologico. Grazie al loro impegno, fino ad ora sono state recuperate numerose specie di pesci “dimenticati” (tra cui, aguglia, leccia stellata, tombarello, boga, lampuga) che finalmente sono riusciti a vedersi riconosciuto il proprio posto sul banco del pesce accanto ai loro "cugini" più blasonati. La speranza è che la loro indiscussa bontà e il prezzo decisamente allettante possa indurre i consumatori ad un'inversione di tendenza e all'apertura verso nuove specie ittiche.
Visualizza l'articolo completo su ( http://www.gamberorosso.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=302751:sul-banco-pesce-non-ti-scordar-di-noi--&tmpl=component&print=1&lang=it )
primonumero.it | Progetto termolese Fishbox al Parlamento Europeo: "Esportiamo idee"
fonte: primonumero.it
Progetto termolese Fishbox al Parlamento Europeo: "Esportiamo idee"
1 Luglio 2015
Bruxelles. Sbarca al Parlamento Europeo il progetto termolese Fishbox - Alimentazione Sostenibile degli imprenditori termolesi Daniele Mugnano e Roberto Lanzone. Ieri, 30 giugno, i due molisani sono intervenuti a Bruxelles nell’ambito del convegno internazionale sulla sicurezza alimentare "Food security. Global, European & Territorial". L’invito al Parlamento Europeo, fortemente voluto dalla parlamentare francese Isabelle Thomas, Vice Presidente del Gruppo S&D (nella foto Mugnano alla destra dei Parlamentari Europei De Castro e Isabelle Thomas), chiude una stagione che ha visto gli imprenditori molisani fondatori del progetto Fishbox presentare il loro modello di commercializzazione in diversi convegni.
«È stata un’occasione unica per presentare il nostro lavoro e per promuovere il nostro nuovo progetto Fishbox 3.0. Non esportiamo pesce ma idee – hanno detto i due termolesi -. Si sono gettate le basi per promuovere un tavolo per lavorare su un Network europeo che coinvolga le aziende europee virtuose ed attive nella sostenibilità ittica e le varie commissioni nazionali dei diversi Stati. Pensiamo che il futuro debba passare per aziende virtuose che fanno della sostenibilità un brand aziendale il nostro team è pronto per esportare Know-How».
(...) Visualizza l'articolo completo:
ecquo | Pesce fresco Gas presi nella rete. Il progetto fish box sbarca nelle città. di Ilaria Traditi
fonte: ECQUO
Sostenibilità sociale economica e ambiente
Pesce fresco Gas presi nella rete. Il progetto fish box sbarca nelle città.
di Ilaria Traditi
Per la prima volta il pesce entra a far parte del paniere dei Gruppi di Acquisto Solidale e lo fa grazie al progetto “fish box” nato a Termoli circa un anno fa e in breve tempo già sbarcato, è il caso di dirlo, in tante altre città.
Il meccanismo è sempre lo stesso: rientrati in porto di primo mattino, i pescatori che aderiscono al progetto preparano le cassette (i box appunto) a base di pesce freschissimo e a chilometro zero, proveniente dall’Adriatico e pescato seguendo tecniche tradizionali. Dopo la visita sanitaria parte il carico che in poche ore raggiunge le città per essere distribuito ai Gas. Le consegne vengono fatte secondo un calendario preciso, consultabile sul sito: martedì in Lombardia, mercoledì in Toscana e Umbria, giovedì in Abruzzo e Molise e venerdì nel Lazio. Gli ordini, come ha spiegato il co-fondatore del progetto Daniele Mugnano all’agenzia Adnkronos si chiudono il mercoledì a mezzogiorno ed entro giovedì alla stessa ora si dà conferma che le barche siano in mare e che, quindi, il pesce arriverà puntuale il giovedì notte alla banchina di Termoli.
Le richieste sempre in aumento e il fatto che il 60% dei Gruppi di acquisto solidale del centro Italia si rivolgano a noi spiega Mugnano- dimostrano che puntare sulla sostenibilità alimentare, in un momento di crisi, è una scelta vincente”. Gli obiettivi di fish box sono ben spiegati nel sito (www.fishbox.it): accorciare la catena distributiva e coniugare il piacere del palato con una maggiore responsabilità negli acquisti.
I pesci del fish box sono quindi a basso impatto ambientale, non si trovano in fase riproduttiva e mangiarli consente ad altre specie di crescere secondo i propri tempi. Hanno un breve ciclo vitale e sono più sani da un punto di vista nutrizionale: infatti pesci più grossi e longevi accumulano maggiori quantità di sostanze tossiche presenti nei nostri mari. “La nostra azienda -si legge nel sito- è completamente al di fuori da quelli che sono gli attuali canali distributivi del prodotto ittico in Italia (ingrosso, piattaforme commerciali. Ci approvvigioniamo direttamente sui pescherecci dell’Adriatico e ci rivolgiamo per la distribuzione a Gruppi di Acquisto di Quartiere o Aziendali, Gas, Associazioni e Realtà Operative nel mondo del Biologico”.
Il costo? Una cassetta da 2 chili (pesce fresco misto dell’Adriatico) costa 30 euro, 50 quella da 2 chili e mezzo che include anche scampi, rane pescatrici, seppie, calamari, sogliole, totani, polpi, mazzancolle, mormore, triglie. C’è anche l’opzione “fish box 3” dove con 42 euro si può ordinare un box da 3 chili composto da polpi, totani e merluzzi. Abbinabilie in tutti i casi un sacchetto di cozze (2,50 euro al Kg), vongole (8 euro al Kg) o alici mezzane (12 euro box da 2 chili). Da tenere presente che la composizione può variare in base alla stagionalità e la pescata.
(articolo completo su http://magazine.quotidiano.net/ecquo/traditi/2011/10/26/i-gas-presi-nella-rete-il-progetto-fish-box-sbarca-nelle-citta/)
VALORI | Mensile di di Economia Sociale, Finanza Etica e Sostenibilità - Inchiesta sulla filiera del pesce
fonte: VALORI Mensile di Economia Sociale, Finanza Etica e Sostenibilità
Le armi vincenti:
rapporti diretti ed educazione ai consumi
Anche nel settore ittico iniziano a diffondersi i progetti di vendita ai Gruppi d’acquisto
e i bandi verdi per rifornire le mense collettive. Una soluzione contro le storture della filiera del pesce italiano.
Ma i consumatori devono cambiare stili di alimentazione.
di Emanuele Isonio
A PARLARE CON LORO SI PERCEPISCE
la passione per il progetto che stanno portando avanti da oltre un anno. Si sente che sono «cresciuti a pane e pesce», ultimi rappresentanti di generazioni di abruzzesi vissuti a contatto con il mare e i suoi abitanti.
Ogni giorno, da oltre un anno, Daniele Mugnano e Roberto Lanzone hanno trasferito sulle coste di Termoli il sistema delle Community Supported Fishery, alleanze tra pescatori e gruppi di consumatori: si concorda periodicamente quantità e prezzo dei prodotti disponibili, eventualmente pagandoli in anticipo, e i produttori consegnano il pesce secondo una cadenza stabilita.
La Fishbox di Daniele e Roberto fa da tramite tra le due “anime” della filiera: acquistano dai pescatori direttamente sulle banchine il pesce dell’ultima “calata (a tarda sera) e lo distribuiscono entro 12 ore, all’interno di confezioni ermetiche da 2 chili, ai gruppi d’acquisto solidale di Roma, che da tempo cercavano di estendere al pescato la filosofia già sperimentata con verdure, frutta, carne e formaggi.
Dalla Capitale si sono poi spinti anche in Emilia Romagna, Toscana fino a Milano per un totale di quasi due tonnellate a settimana. «Solo a Roma serviamo 20-25 Gas, 120 box a ogni carico», racconta Mugnano.
Un impulso all’economia locale, ovviamente. Ma anche una garanzia di tutela ambientale: «Abbiamo un protocollo molto rigido. Per lavorare con noi e vendere ai Gas, i pescatori devono usare solo reti a maglia europea (più larghe, ndr), non pescare esemplari sotto misura o specie a rischio. E devono rispettare il fermo biologico di un mese all’anno imposto dalla Ue per far “riposare” i mari e dare tempo alle specie di riprodursi».
Il fatto di vendere solo ai gruppi d’acquisto è in questo senso un incentivo a fissare paletti rigorosi: un modo per orientare il mercato verso scelte più sostenibili. «Il nostro sogno è di arrivare ad appaltare barche che lavorino a tempo pieno solo con i “gasisti”. Potremmo incidere ancor più sulle regole del mercato».
L’inchiesta sulla filiera del pesce è pubblicata su VALORI Mensile di Economia Sociale, Finanza Etica e Sostenibilità N.89 – Maggio 2011 - (Scarica il pdf)
DAILYGREEN | Naviga in Italia il progetto Fish Box di Roberta Perrone
fonte: DAILYGREEN il nuovoportale di Green Economy
Naviga in Italia il progetto Fishbox
Lo sviluppo sostenibile è un processo che punta al miglioramento dell'ambiente che ci circonda considerando coerentemente i bisogni delle attuali generazione senza compromettere quelli futuri.
di Roberta Perrone
Nel campo alimentare per esempio si tutelano le risorse naturali, come la terra, l'acqua, la fauna e la flora, si prende il necessario senza sprechi preservando le specie dagli eventuali esaurimenti.
Questo concetto negli ultimi anni ha preso sempre più piede orientando sia l'attività dei produttori, sia l'atteggiamento dei consumatori, sempre più attivi nell'abbandonare l'offerta standardizzata delle tradizionali catene di distribuzione per rivolgersi verso prodotti biologici, a km zero, acquistati direttamente dal produttore nei mercati o attraverso i gruppi di acquisto solidali. Se ormai per chiunque è facile trovare nel mercato dietro casa verdure, carne, salumi e formaggi "sostenibili", fino ad ora non si poteva dire altrettanto per l'acquisto del pesce. Con l'intento di colmare questa lacuna nasce il progetto Fish Box: direttamente dal mare il pesce salta tutti i passaggi della catena distributiva per arrivare fresco, appena pescato, al consumatore attraverso i gruppi di acquisto di quartiere o aziendali. Il "box" è una cassetta contenente il pesce dell'Adriatico, acquistato direttamente sulla banchina di Termoli dai soci Daniele Mugnano e Roberto Lanzone, responsabili dell'azienda: "Ci ispiriamo a un’antica tradizione delle nostre parti che è la schaffetta: è la parte di pesce che spetta al marinaio dopo una settimana di pesca per il consumo familiare. Nel nostro caso, la schaffetta è quello che effettivamente si trova in mare, che proponiamo nei nostri box servendoci direttamente sui pescherecci e selezionando il pesce delle ultime ore di pesca. Alle cinque di mattina, dopo la visita sanitaria, parte il nostro carico che in poche ore raggiunge la città". Ma la sostenibilità non si realizza solo accorciando la catena distributiva. Innanzi tutto, il pesce viene pescato solo con tecniche tradizionali nel rispetto di un'antica cultura marinara del nostro paese, poi la distribuzione avviene con mezzi a basso impatto ambientale.
Fondamentale è anche il rispetto della fase riproduttiva dei pesci e quindi del fermo biologico: da agosto fino a fine settembre nell'Adriatico si ferma la pesca e si aspetta che i mari si ripopolino;
per lo stesso motivo non si pescano specie a rischio d'estinzione o pesci sottomisura.
Scordatevi dunque la solita frittura di pesci minuscoli, il salmone importato dalla Norvegia, le noiose orate d'allevamento e lasciatevi andare ai nuovi sapori del pesce ritrovato. Perché ciò che si incontrerà in mare sarà quello che vi ritroverete sulle vostre tavole. "E' lo squarcio di un momento", afferma Daniele: quando la rete sarà piena, a seconda della disponibilità di quel giorno, potete stare certi che mangerete un pesce sano e sostenibile. L'unico sforzo che dovrete fare è quello di imparare a consumare il pesce secondo le stagioni, oppure rinunciarci nel caso in cui ci sia maltempo, perché i pescatori, ovviamente, non usciranno in mare. (...) Visualizza l'articolo completo su http://www.dailygreen.it/green-life/4547-progetto-fishbox.html
ADNKRONOS | Pesce fresco a km zero, ci pensa la Fish Box. E' l'ultima frontiera dei Gas
fonte: ADNKRONOS
Pesce fresco a km zero, ci pensa la Fish Box. E' l'ultima frontiera dei Gas
All'acquirente viene chiesto di imparare a consumare il pesce a seconda della stagionalità: da settembre a gennaio ci sono le alici, i calamaretti abbondano tra gennaio e febbraio e i calamari da settembre a dicembre; per i gamberetti rosa il periodo migliore è da marzo a giugno, per le mazzancolle da settembre a dicembre
Roma, 3 ott. (Adnkronos) - Giovedì notte ore 23. Sulla banchina di Termoli arriva l'ultima pescata della settimana dopo i due mesi di fermo biologico. I pescatori che utilizzano ancora le tecniche dell'antica cultura marinara, scaricano pesci di stagione, freschissimi e a chilometri zero perché arrivano dall'Adriatico centrale, pronti ad arrivare al consumatore nelle prime ore del mattino, all'interno di una cassetta detta 'Fish Box'. E' l'ultima frontiera dei Gruppi di acquisto solidale, realtà diffusa in Italia da tempo, ma che non comprendeva ancora il settore ittico finché non ci ha pensato una piccola azienda di Termoli.
Una decina di persone in tutto che si sono messe in testa di cambiare i consumi e le abitudini d'acquisto, invertire la rotta per condizionare il mercato dell'alimentazione. Vera e propria 'community supperter fishery', basata sull'alleanza tra produttori e consumatori, il progetto Fish Box nasce con l'obiettivo di diffondere un consumo del pesce più consapevole e sostenibile, accorciando la catena distributiva e, quindi, contribuendo a diminuire le emissioni di Co2. "Mettiamo in contatto i Gruppi di acquisto solidale con i pescatori, osservando un protocollo rigido che riguarda tanto i pescatori, ai quali chiediamo di rispettare le regolamentazioni della comunità economica, utilizzando maglie a norma europea, quanto il pesce, che non deve mai essere sotto misura o a rischio estinzione", spiega all'Adnkronos Daniele Mugnano, co-fondatore del progetto.
Il risultato è pesce buono, sano, fresco e a un prezzo equo in virtù del rapporto praticamente diretto tra pescatori e consumatori. All'acquirente viene chiesto di imparare a consumare il pesce a seconda della stagionalità e di accettare il fatto che "se c'è maltempo, non facciamo le consegne perché i pescatori non vanno in mare", sottolinea Mugnano. Per organizzarsi in virtù di questa incognita, si chiudono gli ordini il mercoledì a mezzogirno ed entro giovedì alla stessa ora si dà conferma che le barche siano in mare e che, quindi, il pesce arriverà puntuale il giovedì notte alla banchina di Termoli. "Le richieste sempre in aumento e il fatto che il 60% dei Gruppi di acquisto solidale del centro Italia si rivolgano a noi, dimostrano che puntare sulla sostenibilità alimentare, in un momento di crisi, è una scelta vincente", spiega Mugnano. E' già in cantiere un nuovo progetto, "Conserve di mare", che entro l'inizio del 2012 offrirà ai Gruppi di acquisto scatolette di tonno sostenibili e barattoli di 'pesce dimenticato' tutto da riscoprire, conservati in olio d'oliva e realizzati grazie ad alcune cooperative di pescatori.
(articolo completo su http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Tendenze/Pesce-fresco-a-km-zero-ci-pensa-la-Fish-Box-E-lultima-frontiera-dei-Gas_312509954465.html)
SODALITAS SOCIAL AWARD | Edizione 2011 Libro d'oro - 251 i progetti presentati, 206 le aziende candidate
Sodalitas Social Award: ecco i vincitori del 2011
Work-life balance, lotta al cambiamento climatico e diritti delle fasce deboli i temi dell’anno.
Il Premio Speciale della Giuria alle iniziative di inserimento dei giovani nel lavoro. Premiata la replicabilità dei progetti. Pisapia: “Conto sulla collaborazione di Sodalitas”
Milano, 14 giugno 2011 - 251 i progetti presentati, 206 le aziende candidate, 10 i vincitori.
Questi i numeri della 9^ Edizione del Sodalitas Social Award, l’ormai celebre premio per la Sostenibilità d’Impresa organizzato da Fondazione Sodalitas, che anche quest’anno ha visto una nutrita partecipazione, a conferma di come le imprese, pur in momenti di crisi, continuino ad attribuire un valore peculiare e competitivo allo sviluppo di azioni sociali e sostenibili. “Mai come quest’anno il Premio ha espresso proposte di grande interesse – ha dichiarato Ugo Castellano, responsabile del Premio di Fondazione Sodalitas - Molti progetti si sono distinti per il loro elevato grado di replicabilità, e ci aspettiamo quindi che siano numerose le imprese ‘contagiate’ dalle buone pratiche presentate. In particolare, si sono distinte iniziative per il miglioramento del work-life balance, per la lotta al cambiamento climatico e per il rispetto dei diritti delle fasce più deboli della popolazione.”
Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano, impegnato a Parigi per la riunione del B.I.E. su Expo 2015, ha inviato un messaggio a Fondazione Sodalitas: “Considero fondamentali per lo sviluppo di Milano le istanze che Sodalitas porta avanti da sempre con senso di concretezza, promuovendo la responsabilità sociale d’impresa e una cultura diffusa delle buone pratiche in materia di risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento – ha affermato il neo Sindaco di Milano - La sostenibilità è stata un punto fermo della mia campagna elettorale e sarà una priorità del mio impegno amministrativo dei prossimi anni. Conto sulla vostra collaborazione e sulle vostre competenze”. Il Premio Speciale della Giuria, composta da rappresentanti autorevoli degli stakeholder e presieduta da Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica, quest’anno è stato riservato alle iniziative aventi come finalità l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro…
(continua a leggere su http://www.sodalitas.it/sostenibilita/Sodalitas_Social_Award.aspx)
Nota: Fishbox ha partecipato nell’area
Premio per la migliore iniziativa nell’ambito del Mercato
Riconoscimento per imprese che abbiano realizzato programmi volti a gestire con trasparenza le relazioni con i propri stakeholders (clienti, fornitori, concorrenti, dipendenti) attraverso:
- l’innovazione di prodotto, con l’obiettivo di migliorare l’impatto ambientale e sociale del prodotto stesso e la sua capacità di rispondere in modo più efficace ai bisogni dei clienti; Il libro d’oro della Responsabilità Sociale d’Impresa
- la gestione responsabile della catena di fornitura dal punto di vista dell’impatto ambientale (Green Procurement) e della tutela dei diritti umani; - il coinvolgimento dei consumatori, con l’obiettivo di costruire politiche di comunicazione e ascolto e promuovere stili di consumo più sostenibile (Green/Responsible Marketing);
- la gestione responsabile delle relazioni con gli investitori, anche attraverso l’adozione di investimenti socialmente responsabili e l’efficace comunicazione dei “fattori intangibili”.
Tutti i progetti candidati al Premio sono già presenti su Sodalitas Social Solution, il database online sulla Sostenibilità d’Impresa più completo a livello europeo, che raccoglie oltre 1600 iniziative di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa… (consulta il libro d’oro della responsabilità d’impresa; Fishbox è a pag.411
GAMBERO ROSSO | Buona tavola e mare sano, ci prova FISH BOX con la pesca sostenibile di Elisabetta De Blasi
fonte: Gambero Rosso
Buona tavola e mare sano, ci prova FISH BOX con la pesca sostenibile
di Elisabetta De Blasi
Consumatori consapevoli e pescatori virtuosi che seguono le regole della pesca controllata. Il punto di incontro è Fish Box, progetto nato sei anni fa per tutelare la filiera ittica e salvaguardare le risorse marine. Stagionalità e riscoperta delle specie meno note i punti di forza dell'iniziativa.
Ecosistema mare. Una risorsa da tutelare
Ci si preoccupa molto, anche se con scarsi risultati, delle risorse della Terra e molto si parla di colture intensive e superintensive, sfruttamento del suolo,ogm, ma non si parla mai di ciò che succede nel mare. Nell'immaginario collettivo sembra che il mare abbia un potere di rigenerazione praticamente infinito. Se si parla del mare ci si scandalizza perché vengono buttati rifiuti di ogni genere, perché subisce disastri ecologici di grande portata, e le acque vanno verso una tropicalizzazione anche nell'Adriatico. Chi si occupa di custodire il patrimonio ittico, secondo un calendario ragionato, al di là degli obblighi di fermo pesca? Chi si preoccupa di fare cultura ittica in modo che, per esempio, il consumatore non chieda grandi quantità di un prodotto in un solo periodo dell'anno, come succede per mitili e frutti di mare in estate? E poi esistono dei metodi di pesca meno invasivi, meno distruttivi, che permettano alle diverse specie di non subire aggressioni ma solo uno sfoltimento del numero nei momenti di maggiore disponibilità, nel rispetto dei cicli riproduttivi? Un altro problema è la complessità della filiera dei prodotti ittici, che a volte penalizza chi ci lavora e non permette di valorizzare anche prodotti minori che un tempo costituivano parte della dieta dei nostri nonni.
Fish Box. La community che promuove la pesca controllata
Queste sono alcune delle domande a cui Daniele Mugnano e Roberto Lanzone rispondono da 6 anni con il loro progetto di pesca sostenibile FISH BOX che ha fatto breccia nel settore del consumo. Daniele viene da una famiglia di armatori e Roberto di commercianti di pesce, ma questo è solo l'inizio del loro percorso insieme che li porta a pensare alla prima Community Supported Fishery, un luogo in cui possano incontrarsi consumatori consapevoli e pescatori sostenitori della pesca controllata. Un progetto sano e interessante da molti punti di vista perché incentiva la riscoperta a tavola di specie minori, poco blasonate, e permettendo di consumare pesce prelevato in zone più vicine, minimizza l'impronta ecologica del consumo ittico proveniente da altre parti del mondo. Non è tutto, perché, cosa importantissima, introduce il concetto di stagionalità unito a quello del rispetto dei periodi di riproduzione, orientando il consumatore ad acquisire culturalmente un dato nuovo, del tutto inedito: mangiare sempre lo stesso tipo di pesce tutto l'anno fa male al mare e impoverisce la tavola. Nel progetto sono coinvolte cooperative di piccola pesca realizzando così anche un valore di sostenibilità sociale. Per comprare ci si collega direttamente al sito e si seguono le istruzioni o si partecipa ad un gruppo di acquisto già affiliato.
Visualizza l'articolo completo:
AVVENIRE | Quando internet valorizza la tradizione di Alessia Guerrieri
fonte: Avvenire
Economia e Lavoro
Fishbox, quando Internet valorizza la tradizione
Vendere pesce al giusto prezzo si può: l'esperienza di due giovani di Termoli.
di Alessia Guerrieri
Si sono voltati indietro, a quelle mattine di tanti anni fa, quando sulla banchina di Termoli guardavano le barche rientrare in porto. E poi, con la curiosità tipica dei bambini, ascoltavano i racconti dei pescatori che preparavano la “schaffetta”.
Tutto parte proprio da qui. Da quello che la gente di mare tra Abruzzo e Molise considera il re del pescato, la parte di pesce che spetta ai marinai per il consumonfamiliare, appunto la schaffetta. Solo frutti di stagione, sconosciuti alla grande distribuzione, il vero cibo a impatto zero. «Il salto nel buio», come Daniele Mugnano e Roberto Lanzione ora definiscono l’esperienza di Fishbox, non aveva nessuna garanzia di successo due anni fa; si basava semplicemente su una filosofia di vita recuperata dal passato del proprio territorio. La scommessa era rischiosa: vendere online “pesce povero” fresco, per la prima volta in Italia, con sistema ecosostenibile. Ora, dopo un avvio non facile, i pionieri delle scatole di pesce sono arrivati a coprire 110 Gas (Gruppi di acquisto solidale) e la maggior parte del mercato sostenibile del centro Italia. «All’inizio abbiamo chiesto ai pescatori di preparare delle schaffette per distribuirle tramite Internet nei mercati solidali della Capitale. E loro ci guardavo con sospetto». Daniele e Roberto nella città marinara del Molise sono cresciuti a pane e spigole. L’uno figlio di armatori locali con la passione per la natura, l’altro erede di una famiglia di commercianti con un percorso scout alle spalle, hanno puntato sulle origini: inventarsi un lavoro, proprio in piena crisi, «conciliando tradizione, innovazione, risorse del territorio nel rispetto dei cicli di vita del mare». Il meccanismo è semplice. Niente grandi pescherecci, solo piccole imbarcazioni che praticano tecniche di pesca antiche. Niente prodotti proibiti, come il bianchetto, sottotaglia o il novellame, meglio quelli trascurati tipo il cefalo e il sugarello. Il modello aziendale permette di pagare i pescatori il 15-20% in più del grossista e, tagliando la catena di distribuzione, di far risparmiare ai clienti fino al 25%. Non è stata un’impresa semplice però, ammettono, far comprendere ai vecchi lupi di mare che minor pescato significava maggior qualità e «un guadagno, anche ambientale, nel lungo periodo», ma adesso «si fidano di noi». Tutto si basa su una stretta di mano tra produttori e distributori, come succedeva anni fa. Un’alleanza che ha fatto dell’azienda termolese una delle poche Community Supported Fishery italiane, anche grazie al nuovo esperimento Conserve di mare, la linea di pesce dimenticato in scatola, che educa i clienti a «coniugare il piacere del palato, con la responsabilità negli acquisti». Il vecchio modo di fare impresa è «ormai saltato nel nostro Paese - dice alla fine Daniele - la crescita sostenibile, invece, è vincente soprattutto per i giovani, perché punta sulle specificità territoriali
e sulla qualità del prodotto». Di una cosa, lui e Roberto, sembrano convinti: la chiave di volta per uscire dallo stallo economico è andare a «ripescare nelle tradizioni locali il modello di sviluppo migliore».... (..) Visualizza l'articolo completo: Avvenire del 25 maggio 2013 sezione Economia e Lavoro
ecoturismonline.it |Anche il pesce di fa critico ed equo
fonte: Ecoturismonline
Eco News
A tutto G.A.S. per una pesca sostenibile
“Il nostro è un progetto per un consumo più consapevole e sostenibile di prodotto ittico nel rispetto dei naturali cicli di vita e della stagionalità delle varie specie”. Così esordisce Daniele Mugnano, responsabile commerciale di Fishbox, azienda abruzzese. E continua: “Per fare questo, proponiamo dei cassettoni, i box, con il pesce che i pescatori portano a terra dall’Adriatico”.
Dalla tradizione
“Ci ispiriamo a un’antica tradizione delle nostre parti che è la schaffetta: è la parte di pesce che spetta al marinaio dopo una settimana di pesca per il consumo familiare. La schaffetta è divisa in parti a seconda del ruolo che si ha all'interno di un equipaggio: due parti al comandante, due al motorista, una ai marinai e una al retante che è la persona che aggiusta le reti. Tornando a noi, la schaffetta è quello che effettivamente si trova in mare e noi la proponiamo nei nostri box servendoci direttamente sui pescherecci di Termoli e selezionando il pesce delle ultime ore di pesca.
Alle cinque di mattina, dopo la visita sanitaria, parte il nostro carico che in poche ore raggiunge le città e il pesce è distribuito a G.A.S. e CRAL aziendali con cui condividiamo il progetto. Fondamentale è che ci sia tempo buono che permette ai pescatori di lavorare: il risultato è un pesce pescato e consegnato come se si vivesse al mare. Soprattutto, si allenta la presa su specie a rischio estinzione e si riscoprono sapori che forse non si sono mai provati”.
Azienda responsabile
Slowfood ha definito Fishbox come una delle poche aziende CSF (Community Supported Fisherty), cioè un’impresa che avvicina un consumatore attento a un produttore responsabile.
“Ora facciamo consegne il venerdì a Roma, dove diversi G.A.S. si servono da noi, ma vorremmo andare anche in altre città. L'ideale? Coprire con regolarità tutti i giorni (tempo permettendo) della settimana di pesca, che va dal primo scarico il martedì, all'ultimo il venerdì”.
Convenienza reciproca
Conclude Mugnano: “Questo ci permetterebbe di appaltare una o più barche che lavorano solo ed esclusivamente per rifornire i G.A.S: il vantaggio è reciproco, perché i gruppi avrebbero le barche che lavorano per loro e i pescatori la certezza di avere il pesce venduto tutto l'anno. Noi riusciremmo a sensibilizzare così più pescatori sulla pesca sostenibile e attenta che aiuta tutti, in primis l'ambiente e l'elemento che dà loro da vivere”.
Il loro slogan? “A tutto G.A.S. per una pesca sostenibile!”
l'articolo completo su https://www.ecoturismonline.net/pesca-sostenibile-gas.html
RETI SOLIDALI n.6/11 | Anche il pesce di fa critico ed equo di Laura Badaracchi
fonte: RETI SOLIDALI n.6/11
Periodico dei centri di servizio per il volontariato del Lazio
Anche il pesce di fa critico ed equo
di Laura Badaracchi
Anche il pesce può essere equo e garantire un "alimentazione sostenibile". (...p. 73)
«Agire sulla“propria” qualità della vita ha un riflesso globale sulla salute del pianeta: è questa la chiave di volta del futuro. Le condizioni del mare e del mondo i sono spesso critiche, ma siamo noi che scegliamoe , con il nostro consumo e la modifica delle abitudini di acquisto, possiamo invertire la rotta e condizionare il mercato dell’alimentazione» Lo sostengono i responsabili di“ Fish box. Alimentazione sostenibile”, progetto «per accorciare la catena distributiva per provare la qualità che nasce dalla riconquista dei sapori antichi, per coniugare il piacere del palato con una maggiore responsabilità negli acquisti». Infatti i pesci, «a basso impatto ambientale, sono di stagione: non si trovano in fase riproduttiva e mangiarli consente ad altre specie di crescere secondo i propri tempi. Inoltre sono vicini,nostrani, quelli di passaggio nei nostri mari: mangiarli evita di farne viaggiare altri per migliaia di chilometri». L’azienda (www .fishbox.it) si colloca per scelta fuori dagli attuali canali distributivi del prodotto ittico in Italia: ingrosso e piattaforme commerciali, ad esempio. «Ci approvvigioniamo direttamente sui pescherecci dell’Adriatico centrale e ci rivolgiamo per la distribuzione a Gruppi di acquisto di quartiere o aziendali, Gas, associazioni e realtà operative nel mondo del biologico», spiega Daniele Mugnano, amministratore del gruppo. Il trasporto viene effettuato con mezzi a basso impatto ambientale, quindi mai in aerei, treni, container. «La freschezza è garantita dal fatto che l’acquisto avviene di notte all’arrivo dei pescherecci e la consegna al mattino successivo». ..(http://www.volontariato.lazio.it/documentazione/documenti/50565056RetiSolidali_6_2011_AnchePesceCriticoEquo.pdf)
primonumero.it | Il pesce termolese studiato all’Università del Gusto: "È la cultura della Shcaffette"
fonte: primonumero.it
11 giugno 2015
Il pesce termolese studiato all’Università del Gusto: "È la cultura della Shcaffette"
Gli ideatori del progetto termolese Fish box hanno accolto in città otto studenti dell’Ateneo di Scienze gastronomiche di Pollenzo, prima al mondo nel suo genere. Daniele Mugnano ha spiegato l’idea della filiera ittica corta: «promuoviamo la stagionalità del pesce. Va mangiato quello che il mare offre». La collaborazione con l’Accademia si aggiunge al progetto del pesce ritrovato all’Acquario di Genova e al prossimo incontro al Parlamento europeo.
Termoli. Il pesce termolese diventa argomento di studio dell’Accademia del Gusto di Pollenzo, la prima università al mondo di Scienze gastronomiche. Merito di quelli che vogliono far emergere la cultura de ‘A Shcaffette’, cioè consumare il pesce che il mare offre in quel momento. Sono i termolesi Daniele Mugnano e Roberto Lanzone che col loro progetto “Fish box” sono riusciti ad avviare una collaborazione con l’Università, cui inviano periodicamente il prodotto fresco dei pescherecci molisani. Da lunedì scorso e fino a giovedì 11 giugno infatti, otto studenti del prestigioso istituto cuneese sono in visita nella cittadina adriatica molisana e alle Tremiti per scoprire i segreti della pesca e della preparazione di prodotti ittici locali.
I ragazzi, sei italiani, un portoricano e una spagnola, sono stati accolti lunedì pomeriggio in piazza Duomo, davanti alla Cattedrale, proprio da Daniele Mugnano, ideatore insieme a Roberto Lanzone, del progetto che sposa la filiera ittica corta. «La nostra è un’idea di sostenibilità che si contrappone a una filiera molto disequilibrata» ha affermato Mugnano. Così hanno pensato alla “Shcaffette”, la classica cassetta di pesce fresco che viene suddivisa fra coloro che lavorano sul peschereccio.
«Noi abbiamo semplicemente modificato il nome chiamandola Fish box». Così le cassette di pesce viaggiano da Termoli al centro-nord Italia per portare prodotto fresco e soprattutto di stagione. «In Italia il 30 aprile è considerata la data del default ittico. Si calcola che da quella data il 60 per cento del pesce è d’importazione». Per evitare quindi che scampi o calamari arrivino dall’altro capo del mondo, la soluzione di Mugnano e Lanzone è la stagionalità del pesce, così come già accade per la frutta o la verdura.
Concetti che hanno trovato il vivo interesse degli studenti, capaci di stimolare la discussione con domande e osservazioni pertinenti. «Il primo impatto con Termoli? Una bomba – hanno confidato -. Il paese vecchio è bellissimo e non ce l’aspettavamo. Peccato invece che la spiaggia sia piena di rifiuti». Per loro previste visite al mercato ittico e ai trabocchi, oltre che al ristorante “L’osteria dentro le mura” con lo chef Antonio Terzano che ha già collaborato con l’Università.
L’utilizzo di determinate reti da pesca e le regole che i pescatori devono rispettare sono l’anello di contatto fra il pescatore responsabile e il consumatore attento» ha spiegato Mugnano aggiungendo come la sostenibilità del progetto Fish box non può prevedere consegne in zone di mare, né nel Meridione italiano. Il target è il centro-nord e l’idea sta cominciando ad attecchire anche oltre i Gruppi di acquisto solidali, come quello dell’Università di Pollenzo, il cui Gas denominato “La credenza” acquista il pesce termolese. Allo stesso tempo l’Accademia contatta Fish box quando ha bisogno di prodotto fresco per gli eventi. «Dai primi di maggio – ha detto Mugnano – siamo in giro per l’Italia per presentare la nostra idea. Siamo stati a Genova dove abbiamo lanciato il progetto del pesce ritrovato all’Acquario. Di recente siamo tornati anche in Molise, dove mancavamo da anni, per Extrascape a San Martino in Pensilis. A fine giugno saremo ospiti al Parlamento europeo come unica azienda italiana della filiera corta ittica». Fish box quindi sta cominciando ad avere estimatori importanti. «Non è facile far capire il concetto di stagionalità, ma rispetto a qualche anno fa, anche a Milano o Torino si comincia a parlare di “Shcaffette”». (sdl)
(...) Visualizza l'articolo completo:
http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=19575
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fonte: primonumero.it
Guida per amanti del pesce progetto
termolese presentato a Torino
12 dicembre 2014
Termoli. Il progetto termolese Fishbox-Alimentazione Sostenibile sbarca in libreria nella "Guida ai luoghi del pesce a Torino". Presentata mercoledì 10 dicembre a Torino la "Guida ai luoghi del pesce a Torino" - Neos Edizioni con prefazione di Bruno Gambarotta.
Quest’anno la guida è un riferimento per gli amanti del pesce in Piemonte e vede dedicata un’intera sezione al Progetto Fishbox e a Termoli. Il progetto made in Termoli sta esportando da cinque anni cultura e tradizioni marinare in tutto il centro nord oltre ad essere un riferimento per gli amanti della filiera corta e della sostenibilità ittica.
«Nessuno è profeta in terra propria" dichiarano gli imprenditori molisani Roberto Lanzone e Daniele Mugnano commentando con orgoglio il capitolo dedicato a loro nel libro. Ogni settimana siamo in giro per l’Italia a presentare il nostro progetto veniamo invitati da sindaci ed università, siamo diventati un riferimento anche per il parlamento Europeo che ci cita in un uno studio come " Fishbox™ Sustenaible Fish Project”. Con le nostre idee e professionalità possiamo essere una valida alternativa per il rilancio dell’occupazione anche nella nostra regione.
Per adesso ci limitiamo alla distribuzione dei nostri Fishbox™ - aggiungono - per il futuro si potrebbero ragionare anche soluzioni di lavorazione e trasformazione riconvertendo aziende che vivono momenti di difficoltà nel territorio, ma questo richiede delle scelte attente anche da parte delle amministrazioni locali». (...) Visualizza l'articolo completo: http://www.primonumero.it/attualita/news/1418298375_termoli-guida-per-amanti-del-pesce-progetto-termolese-presentato-a-torino.html
Slowfood..it | Dal mare alla tavola con il Fishbox! di Carlo Bogliotti
Fonte: Rubrica Slowfood su LA STAMPA del 30 gennaio 2016
di Carlo Bogliotti
Questa settimana vogliamo raccontarvi un’esperienza d’acquisto, che si traduce nell’usuale consiglio, ovviamente. Parliamo di pesce, ma non di una specie in particolare, piuttosto di un sistema di vendita (un gruppo d’acquisto solidale) che qui a Slow Food, tra i dipendenti, sperimentiamo una o due volte al mese, con grande soddisfazione. Per una volta non ci aggiriamo tra i banchi del mercato, quindi, ma dobbiamo munirci di internet o telefono e organizzarci.
Si contatta Fishbox – andate sul sito fishbox.it – un’azienda (non l’unica, certo, ma per questa possiamo garantire) che riunisce pescatori e non, tutti dell’Adriatico, e distribuisce a gruppi d’acquisto solidali, di quartiere o aziendali, ad associazioni o a altre realtà stando fuori dai normali circuiti. Consegnano quasi in tutta Italia, con un calendario fitto e preciso, in punti di raccolta dove ci si reca a ritirare la merce direttamente dal camioncino frigo che lascia le banchine dell’Adriatico la notte per giungere nella vostra città in giornata. Lapalissiano decantare la freschezza del prodotto – capita che alcuni crostacei arrivino a destinazione ancora vivi! –, meno riflettere sulla grande attenzione alla sostenibilità che Fishbox pone. I “box” sono le scatole di polistirolo da pescheria, organizzati secondo una composizione monospecie (due chili di polpi, due chili di mazzancolle, due chili di rane pescatrici…) o misti (per il fritto, casuale a seconda del pescato…). Inoltre forniscono ottimi molluschi bivalvi da acquacoltura sostenibile, imperdibili cozze, vongole e fasolari, di una qualità elevatissima. Anche i prezzi sono sostenibili, consultabili sul sito. Non è necessario fare già parte di un gruppo d’acquisto: ci si può unire a quelli presenti nel proprio territorio.
Certo, capita che il pesce non arrivi (con comunicazioni puntuali che spiegano il perché): i pescherecci possono non uscire per le avverse condizioni meteo, e non pensate di avere sempre a disposizione ciò che desiderate in ogni momento dell’anno. Pesce sostenibile significa anche rispettarne la stagionalità, i tempi riproduttivi, i fermi pesca, i momenti in cui si può o non si può pescare. È bello ed educativo entrare in sintonia con questi piccoli pescatori, anche a distanza, sentendosi parte di una comunità di consumatori intelligenti. Ed è buono il pesce, buono come raramente vi capiterà di trovare, soprattutto se vivete in città
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