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Dicono di Noi:
-------------------------------------------fonte: Gambero RossoBuona tavola e mare sano, ci prova FISH BOX con la pesca sostenibile
a cura di Elisabetta De Blasi15 settembre 2015 Consumatori
consapevoli e pescatori virtuosi che seguono le regole della pesca
controllata. Il punto di incontro è Fish Box, progetto nato sei anni fa
per tutelare la filiera ittica e salvaguardare le risorse marine.
Stagionalità e riscoperta delle specie meno note i punti di forza
dell'iniziativa.Ecosistema mare. Una risorsa da tutelare
Ci si preoccupa molto, anche se con scarsi risultati, delle risorse
della Terra e molto si parla di colture intensive e superintensive,
sfruttamento del suolo,ogm, ma non si parla mai di ciò che succede nel
mare. Nell'immaginario collettivo sembra che il mare abbia un potere di
rigenerazione praticamente infinito. Se si parla del mare ci si
scandalizza perché vengono buttati rifiuti di ogni genere, perché
subisce disastri ecologici di grande portata, e le acque vanno verso
una tropicalizzazione anche nell'Adriatico. Chi si occupa di custodire
il patrimonio ittico, secondo un calendario ragionato, al di là degli
obblighi di fermo pesca? Chi si preoccupa di fare cultura ittica in
modo che, per esempio, il consumatore non chieda grandi quantità di un
prodotto in un solo periodo dell'anno, come succede per mitili e frutti
di mare in estate? E poi esistono dei metodi di pesca meno invasivi,
meno distruttivi, che permettano alle diverse specie di non subire
aggressioni ma solo uno sfoltimento del numero nei momenti di maggiore
disponibilità, nel rispetto dei cicli riproduttivi? Un altro problema è
la complessità della filiera dei prodotti ittici, che a volte penalizza
chi ci lavora e non permette di valorizzare anche prodotti minori che
un tempo costituivano parte della dieta dei nostri nonni. Fish Box. La community che promuove la pesca controllata Queste sono alcune delle domande a cui Daniele Mugnano e Roberto Lanzone rispondono
da 6 anni con il loro progetto di pesca sostenibile FISH BOX che ha
fatto breccia nel settore del consumo. Daniele viene da una famiglia di
armatori e Roberto di commercianti di pesce, ma questo è solo l'inizio
del loro percorso insieme che li porta a pensare alla prima Community
Supported Fishery, un luogo in cui possano incontrarsi consumatori
consapevoli e pescatori sostenitori della pesca controllata. Un
progetto sano e interessante da molti punti di vista perché incentiva
la riscoperta a tavola di specie minori, poco
blasonate, e permettendo di consumare pesce prelevato in zone più
vicine, minimizza l'impronta ecologica del consumo ittico proveniente
da altre parti del mondo. Non è tutto, perché, cosa importantissima,
introduce il concetto di stagionalità unito a quello del rispetto dei
periodi di riproduzione, orientando il consumatore ad acquisire
culturalmente un dato nuovo, del tutto inedito: mangiare sempre lo
stesso tipo di pesce tutto l'anno fa male al mare e impoverisce la
tavola. Nel progetto sono coinvolte cooperative di piccola pesca
realizzando così anche un valore di sostenibilità sociale. Per comprare
ci si collega direttamente al sito e si seguono le istruzioni o si
partecipa ad un gruppo di acquisto già affiliato. Visualizza l'articolo completo: http://www.gamberorosso.it/it/news/1022828-buona-tavola-e-mare-sano-ci-prova-fish-box-con-la-pesca-sostenibile
------------------------------------------- fonte: primonumero.itProgetto termolese Fishbox al Parlamento Europeo: "Esportiamo idee"1 Luglio 2015Bruxelles. Sbarca al Parlamento Europeo il progetto termolese Fishbox -
Alimentazione Sostenibile degli imprenditori termolesi Daniele Mugnano
e Roberto Lanzone. Ieri, 30 giugno, i due molisani sono intervenuti a
Bruxelles nell’ambito del convegno internazionale sulla sicurezza
alimentare "Food security. Global, European & Territorial".
L’invito al Parlamento Europeo, fortemente voluto dalla parlamentare
francese Isabelle Thomas, Vice Presidente del Gruppo S&D (nella
foto Mugnano alla destra dei Parlamentari Europei De Castro e Isabelle
Thomas), chiude una stagione che ha visto gli imprenditori molisani
fondatori del progetto Fishbox presentare il loro modello di commercializzazione in diversi convegni. «È stata un’occasione unica per presentare il nostro lavoro e per promuovere il nostro nuovo progetto Fishbox 3.0. Non esportiamo pesce ma idee – hanno detto i due termolesi -. Si sono gettate le basi per promuovere un tavolo per lavorare su un Network europeo
che coinvolga le aziende europee virtuose ed attive nella sostenibilità
ittica e le varie commissioni nazionali dei diversi Stati. Pensiamo che
il futuro debba passare per aziende virtuose che fanno della
sostenibilità un brand aziendale il nostro team è pronto per esportare
Know-How».(...) Visualizza l'articolo completo: http://www.primonumero.it/attualita/news/1435750273_bruxelles-progetto-termolese-fishbox-al-parlamento-europeo-esportiamo-idee.html
-------------------------------------------fonte: primonumero.it11 giugno 2015Il pesce termolese studiato all’Università del Gusto: "È la cultura della Shcaffette"
Gli ideatori del progetto termolese Fish box hanno accolto in città
otto studenti dell’Ateneo di Scienze gastronomiche di Pollenzo, prima
al mondo nel suo genere. Daniele Mugnano ha spiegato l’idea della
filiera ittica corta: «promuoviamo la stagionalità del pesce. Va
mangiato quello che il mare offre». La collaborazione con l’Accademia
si aggiunge al progetto del pesce ritrovato all’Acquario di Genova e al
prossimo incontro al Parlamento europeo. Termoli. Il pesce termolese diventa argomento di studio dell’Accademia del Gusto di Pollenzo, la prima università al mondo di Scienze gastronomiche. Merito di quelli che vogliono far emergere la cultura de ‘A Shcaffette’, cioè consumare il pesce che il mare offre in quel momento. Sono i termolesi Daniele Mugnano e Roberto Lanzone che col loro progetto “Fish box”
sono riusciti ad avviare una collaborazione con l’Università, cui
inviano periodicamente il prodotto fresco dei pescherecci molisani. Da
lunedì scorso e fino a giovedì 11 giugno infatti, otto studenti del
prestigioso istituto cuneese sono in visita nella cittadina adriatica
molisana e alle Tremiti per scoprire i segreti della pesca e della
preparazione di prodotti ittici locali.
I ragazzi, sei italiani, un portoricano e una spagnola,
sono stati accolti lunedì pomeriggio in piazza Duomo, davanti alla
Cattedrale, proprio da Daniele Mugnano, ideatore insieme a Roberto
Lanzone, del progetto che sposa la filiera ittica corta.
«La nostra è un’idea di sostenibilità che si contrappone a una filiera
molto disequilibrata» ha affermato Mugnano. Così hanno pensato alla
“Shcaffette”, la classica cassetta di pesce fresco che viene suddivisa
fra coloro che lavorano sul peschereccio.
«Noi abbiamo semplicemente modificato il nome chiamandola Fish box».
Così le cassette di pesce viaggiano da Termoli al centro-nord Italia
per portare prodotto fresco e soprattutto di stagione. «In Italia il 30
aprile è considerata la data del default ittico. Si calcola che da
quella data il 60 per cento del pesce è d’importazione». Per evitare quindi che scampi o calamari arrivino dall’altro capo del mondo, la soluzione di Mugnano e Lanzone è la stagionalità del pesce, così come già accade per la frutta o la verdura.
Concetti che hanno trovato il vivo interesse degli studenti, capaci di
stimolare la discussione con domande e osservazioni pertinenti. «Il primo impatto con Termoli? Una bomba – hanno confidato -. Il paese vecchio è bellissimo e non ce l’aspettavamo. Peccato invece che la spiaggia sia piena di rifiuti».
Per loro previste visite al mercato ittico e ai trabocchi, oltre che al
ristorante “L’osteria dentro le mura” con lo chef Antonio Terzano che
ha già collaborato con l’Università.
L’utilizzo di determinate reti da pesca e le regole che i pescatori devono rispettare sono l’anello di contatto fra il pescatore responsabile e il consumatore attento»
ha spiegato Mugnano aggiungendo come la sostenibilità del progetto Fish
box non può prevedere consegne in zone di mare, né nel Meridione
italiano. Il target è il centro-nord e l’idea sta cominciando ad
attecchire anche oltre i Gruppi di acquisto solidali, come quello
dell’Università di Pollenzo, il cui Gas denominato “La credenza”
acquista il pesce termolese. Allo stesso tempo l’Accademia contatta
Fish box quando ha bisogno di prodotto fresco per gli eventi. «Dai
primi di maggio – ha detto Mugnano – siamo in giro per l’Italia per
presentare la nostra idea. Siamo stati a Genova dove abbiamo lanciato
il progetto del pesce ritrovato all’Acquario. Di recente siamo tornati anche in Molise, dove mancavamo da anni, per Extrascape a San Martino in Pensilis. A fine giugno saremo ospiti al Parlamento europeo
come unica azienda italiana della filiera corta ittica». Fish box
quindi sta cominciando ad avere estimatori importanti. «Non è facile
far capire il concetto di stagionalità, ma rispetto a qualche anno fa, anche a Milano o Torino si comincia a parlare di “Shcaffette”». (sdl) (...) Visualizza l'articolo completo: http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=19575 -------------------------------------------fonte: primonumero.itGuida per amanti del pesce progetto termolese presentato a Torino 12 dicembre 2014 Termoli.
Il progetto termolese Fishbox-Alimentazione Sostenibile sbarca in
libreria nella "Guida ai luoghi del pesce a Torino". Presentata
mercoledì 10 dicembre a Torino la "Guida ai luoghi del pesce a Torino"
- Neos Edizioni con prefazione di Bruno Gambarotta.
Quest’anno la guida è un riferimento per gli amanti del pesce in
Piemonte e vede dedicata un’intera sezione al Progetto Fishbox e a
Termoli. Il progetto made in Termoli sta esportando da cinque anni
cultura e tradizioni marinare in tutto il centro nord oltre ad essere
un riferimento per gli amanti della filiera corta e della sostenibilità
ittica. «Nessuno
è profeta in terra propria" dichiarano gli imprenditori molisani
Roberto Lanzone e Daniele Mugnano commentando con orgoglio il capitolo
dedicato a loro nel libro. Ogni settimana siamo in giro per l’Italia a
presentare il nostro progetto veniamo invitati da sindaci ed
università, siamo diventati un riferimento anche per il parlamento
Europeo che ci cita in un uno studio come " Fishbox™ Sustenaible Fish
Project”. Con le nostre idee e professionalità possiamo essere una
valida alternativa per il rilancio dell’occupazione anche nella nostra
regione.
Per adesso ci limitiamo alla distribuzione dei nostri Fishbox™ -
aggiungono - per il futuro si potrebbero ragionare anche soluzioni di
lavorazione e trasformazione riconvertendo aziende che vivono momenti
di difficoltà nel territorio, ma questo richiede delle scelte attente
anche da parte delle amministrazioni locali». (...) Visualizza l'articolo completo: http://www.primonumero.it/attualita/news/1418298375_termoli-guida-per-amanti-del-pesce-progetto-termolese-presentato-a-torino.html
fonte: Comune-info.net
Quello che il mare offre
di Riccardo Troisi
Le
pratiche e i principi attraverso i quali i Gruppi di acquisto solidale
costruiscono nuove relazioni con le aziende agricole possono essere
estesi anche alle imprese di pescatori? Per capirlo, abbiamo
intervistato Daniele Mugnano di una piccola e davvero interessante
impresa molisana, Fishbox, che
crede molto nell’alimentazione sostenibile e promuove il consumo di
prodotti ittici stagionali nel rispetto dei cicli di riproduzione e
crescita. «La nostra filosofia alimentare – dice Daniele – è basata sul
principio “mangio quello che il mare offre e se me lo può offrire”».
Daniele,
come nasce la vostra esperienza? Quali sono stati i motivi personali
che vi hanno portato a scegliere questo tipo di attività economica?
Io
provengo da un antica famiglia di armatori termolesi e Roberto Lanzone
da un’antica famiglia di commercianti di pesce, praticamente siamo
cresciuti respirando cultura e tradizioni marinare. Il nostro è un
progetto per un consumo più consapevole e sostenibile di prodotto
ittico nel rispetto dei naturali cicli di vita e della stagionalità
delle varie specie. Per fare questo, proponiamo dei cassettoni, i box,
con il pesce che i pescatori portano a terra dall’Adriatico. Ci siamo
ispirati a un’antica tradizione delle nostre parti che è la schaffetta:
è la parte di pesce che spetta al marinaio dopo una settimana di pesca
per il consumo familiare. La schaffetta è divisa in parti a seconda del
ruolo che si ha all’interno di un equipaggio: due parti al comandante,
due al motorista, una ai marinai e una al retante che è la persona che
aggiusta le reti. Tornando a noi, la schaffetta è quello che
effettivamente si trova in mare e noi la proponiamo nei nostri box
servendoci direttamente sui pescherecci di Termoli e selezionando il
pesce delle ultime ore di pesca.
Cosa significa «una diffusione più consapevole del consumo del pesce».
Significa
abituare l’utente finale a consumare prodotti ittici nel rispetto dei
cicli riproduttivi e della stagionalità, abituandosi a consumare la
specie in base alla stagione di abbondanza e non in base alle scelte
imposte dalle abitudini di un mercato globalizzato: questo permette di
mangiare del buon pesce fresco di stagione e locale.
Come avete scelto i pescatori che fanno parte della vostra filiera produttiva?
Quando
proponemmo l’idea ai pescatori, molti ci presero per matti. Alcuni,
però, sembrarono interessati, abbiamo chiuso all’inizio degli accordi
con pescatori termolesi più attenti che hanno voluto scommettere sul
nostro progetto di riuscire a commercializzare a filiera corta, le
barche che scegliamo non devono avere cavallaggi motori maggiori di 500
hp, devono rispettare le normative europee per la misura delle maglie
delle reti e rispettare almeno un ciclo annuale di fermo biologico. Su
questo siamo intransigenti. Se saliamo su una barca e vediamo del pesce
sotto taglia lasciamo tutta la pescata. Inoltre crediamo che
l’autocontrollo sulle pratiche sostenibili possa creare in futuro più
produttori responsabili. Ai pescatori sottoponiamo un rigido
protocollo, ma la barca è solo uno degli anelli della catena.
Vendete anche pesci in allevamento italiano che dichiarate siano alimentati in maniera sostenibile: ci spiegate cosa significa?
L’allevamento
sostenibile è una scommessa che abbiamo vinto in dicembre, quando
abbiamo lanciato il nostro Natale Sostenibile per una riduzione di
pressione sugli stock ittici più sfruttati nel periodo natalizio. La
scelta dell’allevamento è stata dura ma alla fine abbiamo trovato sul
Gargano un piccolo allevamento offshore che non è ancora certificato ma
bio utilizza tutto il protocollo del biologico per quanto riguarda i
mangimi. Gli allevatori, inoltre, hanno ridotto gli abitanti nelle
gabbie per metro quadrato, questo permette agli avanotti di crescere il
più vicino possibile al selvatico. infatti le carni sono più magre e i
pesci di pezzature disuguali. Inoltre il mangime viene dato a mano e
non con macchinari e le gabbie pulite di continuo per non impattare
sull’ambiente circostante, siamo cosi soddisfatti dei ritorni che
abbiamo appena chiuso un accordo con un altro allevamento certificato
bio per lanciare la nostre linea biofish 100 per cento biologico
certificato, primo esempio in Italia diprodotti ittici semilavorati che
si rivolgono al mondo del biologico.
Abbiamo letto che fate consegne fino in Lombardia. Come valutate l’impatto del trasporto sulle vostra attività?
Noi
riteniamo che quando si entra in una pescheria per preparare un banco
pesca si muovono navi, aerei e traghetti visto che il pesce arriva da
mezzo mondo con grandi emissioni di CO2. Noi promuovendo il consumo di
pesce locale e di stagione non facciamo nient’altro che preparare in
box il pescato giornaliero e portarlo con camion frigo riducendo
sensibilmente l’impatto ambientale. Stiamo cercando di riuscire a fare
anche viaggi con furgoni a metano (i nostri mezzi sono in outsourcing)
in futuro speriamo di riuscire ad avere più mezzi a basso impatto per
ridurre ulteriormente le emissioni.
Quanto è stato importante internet per la vostra impresa ?
E’
stata la nostra più grande scommessa riuscire a convogliare clienti ad
acquisti online di pesce. La scelta ha fatto si che si passasse dalle
reti dei pescatori alla rete internet. Quando si apre un ordine in una
città, si attiva una macchina collaudata. C’è chi si occupa degli
aspetti commerciali, chi della selezione e del confezionamento del
prodotto. Altri si interessano della logistica per le consegne,
dell’accertamento della soddisfazione del cliente, dell’aggiornamento
del sito.
Vi definite
una «community supported fishhery», cosa significa? Che tipo di impresa
avete costituito? Come curate la sostenibilità sociale dell’impresa?
La
Csf è un modello aziendale che permette a un cittadino consumatore
critico di avvicinare un produttore responsabile. Noi siamo il primo
esempio in Italia di quello che già da anni avviene in agricoltura con
la filiera corta. I maggiori protagonisti del nostro progetto sono i
nostri clienti, prevalentemente Gruppi di acquisto solidale che con i
loro ordini compatti e coordinati ci permettono di fare acquisti
colletivi direttamente sulle barche: in questo modo i pescatori e i
clienti si incontrano in un progetto conveniente per entrambi. i
pescatori hanno la garanzia che il loro pesce è venduto, i Gas un forte
risparmio sull’acquisto di un prodotto sano e buono. Altri protagonisti
importanti sono i nostri collaboratori, da chi si occupa sul territorio
di coordinare gli ordini a chi prepara i box e non ultimo chi li
trasporta: devono muoversi in una sintonia e coordinazione come parte
attiva del progetto. In pratica «Fish Box» funziona così: c’è un
monitoraggio costante con i comandanti dei pescherecci per sapere che
cosa è finito nelle reti; in base alle esigenze della giornata si fa
un’asta telefonica, che va confermata una volta che il pesce è sbarcato
e passa l’esame qualitativo dell’esperto Roberto; se c’è il via libera,
il pescato viene acquistato ed è pagato al momento. E prima di entrare
nei box viene sottoposto a controllo sanitario. Il nostro modello è una
boccata d’ossigeno per i pescatori visto che paghiamo il 15-25 per
cento in più del grossista e riusciamo a consegnare a un prezzo fisso
in tutta Italia con un risparmio fino al 25 per cento rispetto ai
tradizionali canali di vendita. Ci piacerebbe avere la certezza di
ordini tutti i giorni, in modo da appaltare completamente alcune
barche. Il vantaggio sarebbe reciproco: i Gas avrebbero pescherecci che
lavorano esclusivamente per loro e i pescatori la certezza del pesce
venduto tutto l’anno. Chissà!. Con i pescatori c’è dunque un rapporto
quotidiano. Con loro si condividono le strategie di pesca. Lavoriamo
con chi ci ispira fiducia e condivide il nostro progetto .
Quali obiettivi vi siete dati?
L’obiettivo
del 2013 è confermare una riduzione sugli stock ittici del 20 per cento
attraverso il consumo di pesce povero, con il progetto
Fishbox-Alimentazione Sostenibile e aprirci al mercato dell”ittico
biologico con il nostro marchio Biofishper andare incontro alle
esigenze di quelle famiglie attente al mondo bio immettendo sul mercato
semilavorati.
Siete in
relazione con altre imprese sociali e organizzazioni simili alla
vostra? Vi sentite parte del movimento dell’altra economia?
Assolutamente,
siamo in contatto con piccole produttori locali con cui stiamo cercando
con il marchio Conserve di mare di raggruppare piccole aziende che
fanno produzioni locali e tradizionali trasformando pesci meno
conosciuti, basta con il tonno in scatola ben vengano sugheri,
tombarello o allitterato. Poi abbiamo una forte relazione strategica
con tantissime famiglie organizzate in Gruppi d’questo solidale, solo a
Roma facciamo consegne a 20-25 Gas. Le regioni servite attualmente con
consegne settimanali, quindicinali o mensili sono l’Abruzzo, il Lazio,
l’Emilia Romagna, il Piemonte e, da poco, la Lombardia.
Come pensate di favorire una partecipazione e un atteggiamento attivo da parte dei cittadini in quanto consumatori critici?
Gli
utenti che si avvicinano al nostro progetto sposano una filosofia
alimentare basata sul principio che «mangio quello che il mare offre e
se me lo può offrire», vengono ripagati con freschezza qualità e
convenienza (..) Visualizza l'articolo completo:http://comune-info.net/2013/06/un-pesce-equo-e-solidale/
fonte: Avvenire
Economia e Lavoro
Fishbox, quando Internet valorizza
la tradizione
Vendere pesce al giusto prezzo si può: l'esperienza di due giovani di Termoli.
di Alessia Guerrieri
Si
sono voltati indietro, a quelle mattine di tanti anni fa, quando sulla
banchina di Termoli guardavano le barche rientrare in porto. E poi, con
la curiosità tipica dei bambini, ascoltavano i racconti dei pescatori
che preparavano la “schaffetta”.
Tutto
parte proprio da qui. Da quello che la gente di mare tra Abruzzo e
Molise considera il re del pescato, la parte di pesce che spetta ai
marinai per il consumonfamiliare, appunto la schaffetta. Solo frutti di
stagione, sconosciuti alla grande distribuzione, il vero cibo a impatto
zero. «Il salto nel buio», come Daniele Mugnano e Roberto Lanzione ora
definiscono l’esperienza di Fishbox, non aveva nessuna garanzia di
successo due anni fa; si basava semplicemente su una filosofia di vita
recuperata dal passato del proprio territorio. La scommessa era
rischiosa: vendere online “pesce povero” fresco, per la prima volta in
Italia, con sistema ecosostenibile. Ora, dopo un avvio non facile, i
pionieri delle scatole di pesce sono arrivati a coprire 110 Gas (Gruppi
di acquisto solidale) e la maggior parte del mercato sostenibile del
centro Italia. «All’inizio abbiamo chiesto ai pescatori di preparare
delle schaffette per distribuirle tramite Internet nei mercati solidali
della Capitale. E loro ci guardavo con sospetto». Daniele e Roberto
nella città marinara del Molise sono cresciuti a pane e spigole. L’uno
figlio di armatori locali con la passione per la natura, l’altro erede
di una famiglia di commercianti con un percorso scout alle spalle,
hanno puntato sulle origini: inventarsi un lavoro, proprio in piena
crisi, «conciliando tradizione, innovazione, risorse del territorio nel
rispetto dei cicli di vita del mare». Il meccanismo è semplice. Niente
grandi pescherecci, solo piccole imbarcazioni che praticano tecniche di
pesca antiche. Niente prodotti proibiti, come il bianchetto,
sottotaglia o il novellame, meglio quelli trascurati tipo il cefalo e
il sugarello. Il modello aziendale permette di pagare i pescatori il
15-20% in più del grossista e, tagliando la catena di distribuzione, di
far risparmiare ai clienti fino al 25%. Non è stata un’impresa semplice
però, ammettono, far comprendere ai vecchi lupi di mare che minor
pescato significava maggior qualità e «un guadagno, anche ambientale,
nel lungo periodo», ma adesso «si fidano di noi». Tutto si basa su una
stretta di mano tra produttori e distributori, come succedeva anni fa.
Un’alleanza che ha fatto dell’azienda termolese una delle poche
Community Supported Fishery italiane, anche grazie al nuovo esperimento
Conserve di mare, la linea di pesce dimenticato in scatola, che educa i
clienti a «coniugare il piacere del palato, con la responsabilità negli
acquisti». Il vecchio modo di fare impresa è «ormai saltato nel nostro
Paese - dice alla fine Daniele - la crescita sostenibile, invece, è
vincente soprattutto per i giovani, perché punta sulle specificità
territoriali e sulla qualità del prodotto». Di una cosa, lui e
Roberto, sembrano convinti: la chiave di volta per uscire dallo stallo
economico è andare a «ripescare nelle tradizioni locali il modello di
sviluppo migliore».... (..) Visualizza l'articolo completo: Avvenire del 25 maggio 2013 sezione Economia e Lavoro
fonte: Messaggero di Sant'Antonio
Storie di Vita - Nuova Economia
Il pesce in rete...
La
storia di «Fish Box», un’esperienza innovativa di vendita di pesce
italiano direttamente dai pescherecci alle case, attraverso internet.
Nel rispetto della natura.
di Gaetano Vallini
E'
stata una scommessa rischiosa vendere pesce fresco attraverso internet.
Noi stessi eravamo titubanti: la gente si sarebbe fidata,
accontentandosi di sapere che dietro quel progetto c’era una filosofia
ben precisa di rispetto dell’ambiente? Quando proponemmo l’idea ai
pescatori,molti ci presero per matti. Alcuni, però, sembrarono
interessati, così come quelle famiglie di un gruppo d’acquisto romano
dalle quali ci era giunta l’iniziale inattesa richiesta». Roberto
Lanzone, 42 anni, di Termoli, cittadina molisana sulla costa adriatica,
racconta così la nascita, quasi quattro anni fa, di «Fish Box», prima
esperienza in Italia di vendita di prodotti ittici con un progetto di
consumo consapevole e sostenibile, che rispetta i naturali cicli di
vita e la stagionalità delle specie, accorcia la catena distributiva,
offrendo pesce che arriva direttamente dai pescherecci, a prezzi più
bassi rispetto al mercato. Un’impresa pionieristica, una sfida senza
garanzie di successo quella accettata da questo giovane imprenditore
che ha deciso di dare una svolta alla sua attività riconvertendo in
parte la pescheria che gestisce. Roberto viene da un’esperienza scout;
l’amore e il rispetto per la natura ce li ha dentro.
E
allora ha provato a portare anche nel settore ittico questa attenzione.
«Stiamo facendo i conti con una pesca distruttiva – spiega – che
impoverisce i mari, portando alla scomparsa di molte specie. Dobbiamo
fare qualcosa per preservare il pesce rimasto, o saremo costretti a
mangiare solo prodotti di allevamento, meno buoni e di scarsa qualità.
Siamo noi che scegliamo; con il nostro consumo e la modifica delle
abitudini possiamo condizionare il mercato e invertire la rotta». Dopo
un avvio non facile – si partì con un solo ordine al mese – si può dire
che la sfida è stata vinta. «A quel gruppo di famiglie romane si sono
aggiunte altre realtà. Oggi ogni settimana ci sono diverse centinaia di
famiglie appartenenti a Gruppi di acquisto solidali (Gas) che aspettano
i nostri box. Ci piace pensare che siano diventate un movimento che
aderisce alla nostra filosofia», aggiunge Daniele Mugnano, termolese
trapiantato a Roma che supporta Roberto nell’impresa. «Le regioni
servite attualmente con consegne settimanali, quindicinali o mensili
sono l’Abruzzo, il Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte e, da poco, la
Lombardia.
Ci siamo aperti anche alle botteghe equosolidali e bio, che diventano
punti di raccolta di ordini e svolgono un ruolo capillare nel
territorio, perché coinvolgono persone che non usano internet o non
fanno parte di gruppi d’acquisto».
Roberto e Daniele sono solo i due referenti maggiori di un’attività
svolta con passione e dedizione da una rete di amici che cooperano per
la riuscita del progetto. Un’idea che si sta tramutando in opportunità
di lavoro per alcuni pescatori, una quindicina, che con «Fish Box» si
garantiscono un minimo di entrate sicure. «Lavoriamo con due battelli
di una cooperativa di piccola pesca che utilizzano
tecniche a impatto ambientale zero, tanto che non sono soggetti a fermo
biologico – spiega Roberto –, e con tre pescherecci, dai quali ci
riforniamo direttamente ogni sera, dal lunedì al giovedì. Li
contattiamo quando sono ancora in mare, così già sappiamo che cosa
hanno pescato».
Supportare la pesca preservando il mare Il riferimento è il Community
Supported Fishery – di cui «Fish Box», secondo «Slowfood», è uno dei
pochi esempi in Italia – nato per dare un impulso all’economia locale e
garantire la tutela dell’ambiente. Il modello è quello sperimentato con
i Community Supported Agriculture, basati sull’alleanza tra coltivatori
e gruppi di consumatori. Questi ultimi concordano quantità e prezzo dei
prodotti disponibili impegnandosi a pagarli in anticipo; i produttori
consegnano secondo stagione e tempi prestabiliti.
Per «Fish Box» funziona così: c’è un monitoraggio costante con i
comandanti dei pescherecci per sapere che cosa è finito nelle reti; in
base alle esigenze della giornata si fa un’asta telefonica, che va
confermata una volta che il pesce è sbarcato e passa l’esame
qualitativo dell’esperto Roberto; se c’è il via libera, il pescato
viene acquistato ed è pagato al momento. E prima di entrare nei box
viene sottoposto a controllo sanitario. «Il nostro modello è una
boccata d’ossigeno per i pescatori – precisa Daniele – visto che
paghiamo il 15-25 per cento in più del grossista e riusciamo a
consegnare a un prezzo fisso in tutta Italia con un risparmio fino al
25 per cento rispetto ai tradizionali canali di vendita. Ci piacerebbe
avere la certezza di ordini tutti i giorni, in modo da appaltare
completamente alcune barche.Il vantaggio sarebbe reciproco:
i Gas avrebbero pescherecci che lavorano esclusivamente per loro e i
pescatori la certezza del pesce venduto tutto l’anno. Chissà!». Con i
pescatori c’è dunque un rapporto quotidiano. Con loro si condividono le
strategie di pesca. «Lavoriamo con chi ci ispira fiducia e condivide il
nostro progetto – sottolinea Daniele –. La selezione dei collaboratori
avviene con una stretta di mano e uno
sguardo sincero. È questa genuinità che finora ha garantito solidità al
progetto. Ai pescatori sottoponiamo un rigido protocollo: non pescare
pesce sottomisura e squaloidi, utilizzare reti con maglie a norma
europea, rispettare i periodi di fermo biologico. Se, quando
selezioniamo il pesce a bordo, ci accorgiamo che il protocollo è stato
violato, lasciamo l’intera pescata ed escludiamo la barca dal progetto.
Il rispetto deve partire da noi stessi». Dopo la diffidenza iniziale, i
pescatori convinti che avranno un futuro solo adottando pratiche
sostenibili sono aumentati.
Ma la barca è solo uno degli anelli della catena. Quando si apre un
ordine in una città, si attiva una macchina collaudata. C’è chi si
occupa degli aspetti commerciali; chi della selezione e del
confezionamento del prodotto. Altri si interessano della logistica per
le consegne, dell’accertamento della soddisfazione del cliente,
dell’aggiornamento del sito.
«Tali attività, che variano sempre in volume – sottolinea Mugnano –,
sono svolte coinvolgendo nuove risorse, amici, competenze e
professionalità. L’affiatamento nel gruppo è fondamentale perché la
velocità del processo, garanzia di freschezza, non permette soste.
Spesso si passano notti insonni. E certe cose si fanno volentieri se si
è mossi dalla passione».... (...) Visualizza l'articolo completo: Messaggero di SantAntonio_ Feb 2013 _ Fishbox
fonte: Slowfish
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Dal pescatore al consumatore, i gruppi d’acquisto del pesce
Si
diffondono anche in Italia le Community Supported Fishery, un impulso
all’economia locale e una garanzia di tutela ambientale.
Secondo
stime recenti, la pesca di piccola scala contribuisce alla produzione
ittica mondiale in una percentuale superiore al 50%. Tuttavia,
nonostante i benefici economici, ambientali, sociali e nutrizionali, e
i forti valori sociali e culturali, le comunità di pesca tradizionale
di piccola scala si trovano spesso a dover fronteggiare situazioni di
estrema precarietà.
In agricoltura, una
delle possibili soluzioni è rappresentata dai sistemi di Community
Supported Agriculture (Csa), basati sull’alleanza tra uno o più
coltivatori e un gruppo di consumatori. In pratica i consumatori
concordano periodicamente, con uno o più produttori, quantità e prezzo
dei prodotti disponibili, impegnandosi a pagarli in anticipo, e i
produttori consegnano poi secondo stagione con una periodicità
concordata. Un modello che si sta diffondendo anche nel mondo della
pesca, dove iniziano a comparire esperienze di Community Supported
Fishery (Csf).
Se i gruppi di Csa possono incoraggiare pratiche di agricoltura
sostenibile e proficua, le attività di Csf possono fare lo stesso per
la pesca. L’iniziativa si fonda sul principio secondo cui le persone –
che siano pescatori costieri o consumatori locali – giocano un ruolo
chiave nella creazione di soluzioni che possano favorire lo sviluppo di
economie locali, incoraggiare una gestione ambientale sostenibile e
tutelare la salute delle comunità.
Dall’Italia riportiamo l’iniziativa del progetto Fish Box
nato per diffondere il consumo consapevole di pesce e accorciare la
catena distributiva. L’azienda si rivolge a gruppi di acquisto di
quartiere o aziendali, Gas, associazioni e realtà operative nel mondo
del biologico. Il “Box” è costituito da una cassetta ermetica
contenente 2 kg di pesce fresco dell’Adriatico, acquistato dai
responsabili di Fish Box direttamente sulla banchina di Termoli,
garantendo che ci sia solo pesce di stagione e pescato con tecniche
tradizionali...........(...) continua a leggere: http://www.slowfish.it/pagine/ita/approfondimenti/rete_acquisto_pesce.lasso
fonte: Ecoturismonline
Eco News
A tutto G.A.S. per una pesca sostenibile
“Il nostro è un progetto per un consumo più consapevole e sostenibile di prodotto ittico
nel rispetto dei naturali cicli di vita e della stagionalità delle
varie specie”. Così esordisce Daniele Mugnano, responsabile commerciale
di Fishbox, azienda abruzzese. E continua: “Per fare
questo, proponiamo dei cassettoni, i box, con il pesce che i pescatori
portano a terra dall’Adriatico”.
Dalla tradizione
“Ci ispiriamo a un’antica tradizione delle nostre parti che è la schaffetta:
è la parte di pesce che spetta al marinaio dopo una settimana di pesca
per il consumo familiare. La schaffetta è divisa in parti a seconda del
ruolo che si ha all'interno di un equipaggio: due parti al
comandante, due al motorista, una ai marinai e una al retante che
è la persona che aggiusta le reti. Tornando a noi, la schaffetta è
quello che effettivamente si trova in mare e noi la proponiamo nei
nostri box servendoci direttamente sui pescherecci di Termoli e
selezionando il pesce delle ultime ore di pesca.
Alle
cinque di mattina, dopo la visita sanitaria, parte il nostro carico che
in poche ore raggiunge le città e il pesce è distribuito a G.A.S.
e CRAL aziendali con cui condividiamo il progetto. Fondamentale è che
ci sia tempo buono che permette ai pescatori di lavorare: il
risultato è un pesce pescato e consegnato come se si vivesse al mare.
Soprattutto, si allenta la presa su specie a rischio estinzione e
si riscoprono sapori che forse non si sono mai provati”.
Azienda responsabile
Slowfood ha
definito Fishbox come una delle poche aziende CSF (Community Supported
Fisherty), cioè un’impresa che avvicina un consumatore attento a
un produttore responsabile.
“Ora
facciamo consegne il venerdì a Roma, dove diversi G.A.S. si servono da
noi, ma vorremmo andare anche in altre città. L'ideale? Coprire con
regolarità tutti i giorni (tempo permettendo) della settimana di
pesca, che va dal primo scarico il martedì, all'ultimo il venerdì”.
Convenienza reciproca
Conclude
Mugnano: “Questo ci permetterebbe di appaltare una o più barche che
lavorano solo ed esclusivamente per rifornire i G.A.S: il vantaggio è
reciproco, perché i gruppi avrebbero le barche che lavorano per
loro e i pescatori la certezza di avere il pesce venduto tutto
l'anno. Noi riusciremmo a sensibilizzare così più pescatori sulla pesca
sostenibile e attenta che aiuta tutti, in primis l'ambiente e
l'elemento che dà loro da vivere”.
Il loro slogan? “A tutto G.A.S. per una pesca sostenibile!”
l'articolo completo su http://www.ecoturismonline.it/ecoturismo/eco-news/pesca-sostenibile-gas.html
fonte: Primonumero - Sfide
Il Pesce "dimenticato" di Termoli finisce sulla Rai con l'Osteria e i ragazzi di Fishbox
Leggi l'articolo
fonte: MINIMOIMPATTO.COM
le pratiche ecosostenibili
Fish Box pesce a tutto gas
Domani
è venerdì… Pesce! Avete poco tempo? Ecco l’idea il GAS (Gruppo
d’acquisto solidale) anche per pesci e crostacei grazie a Fish Box.
Ci
è stata segnalata questa deliziosa, utile e salutare (in tutti i sensi,
tasche incluse) idea e non potevamo resistere al segnalarvela.
PER ORA… SU ROMA… speriamo presto in Tutta Italia!
(articolo completo su http://minimoimpatto.wordpress.com/2010/04/24/fish-box-pesce-a-tutto-gas/)
fonte: DONNAMODERNA
I consumatori aiutano la piccola pesca costiera
Il gas non è solo quello che esce da fornelli e caldaie: è anche acronimo che significa Gruppi di acquisto solidale.
Nati
nella tradizione cooperativa operaia e popolare, oggi i gas sono
diffusi in tutti i ceti sociali, in particolare tra i consumatori
attenti al risparmio e alla qualità che soltanto un rapporto diretto e
fiduciario tra chi produce e chi acquista può garantire.
In
genere, oltre che detersivi a basso impatto ecologico o cosmetici
naturali, si comprano prodotti biologici freschi: ortaggi, frutta,
formaggi, olio.
Il successo di
queste iniziative fa sì che i gas siano stati allargati ad alimenti
considerati più “difficili”, come il pesce.
E’
un modo importante di aiutare la piccola pesca costiera, l’unica che
non danneggia l’equilibrio degli ambienti marini compromessi dal
prelievo dissennato di risorse da parte della grande pesca industriale.
L’azienda Fish Box fornisce una cassetta ermetica da 2 chili di pesce
fresco dell’Adriatico, acquistato sulla banchina di Termoli (Cb),
garantendo che ci sia solo pesce di stagione e pescato con tecniche
tradizionali. Un’altra azienda (…………)
l'articolo completo è pubblicato su DONNAMODERNA del 27 Aprile 2011 n.1 (scarica il pdf)
fonte: VALORI Mensile di Economia Sociale, Finanza Etica e Sostenibilità
Le armi vincenti:
rapporti diretti ed educazione ai consumi
Anche nel settore ittico iniziano a diffondersi i progetti di vendita ai Gruppi d’acquisto
e i bandi verdi per rifornire le mense collettive. Una soluzione contro
le storture della filiera del pesce italiano.
Ma i consumatori devono cambiare stili di alimentazione.
di Emanuele Isonio
A PARLARE CON LORO SI PERCEPISCE
la passione per il progetto che stanno portando avanti da oltre un
anno. Si sente che sono «cresciuti a pane e pesce», ultimi
rappresentanti di generazioni di abruzzesi vissuti a contatto con il
mare e i suoi abitanti.
Ogni giorno, da oltre un anno, Daniele Mugnano e Roberto Lanzone hanno trasferito sulle coste di Termoli il sistema delle Community Supported Fishery,
alleanze tra pescatori e gruppi di consumatori: si concorda
periodicamente quantità e prezzo dei prodotti disponibili,
eventualmente pagandoli in anticipo, e i produttori consegnano il pesce
secondo una cadenza stabilita.
La
Fishbox di Daniele e Roberto fa da tramite tra le due “anime” della
filiera: acquistano dai pescatori direttamente sulle banchine il pesce
dell’ultima “calata (a tarda sera) e lo distribuiscono entro 12 ore,
all’interno di confezioni ermetiche da 2 chili, ai gruppi d’acquisto
solidale di Roma, che da tempo cercavano di estendere al pescato la
filosofia già sperimentata con verdure, frutta, carne e formaggi.
Dalla
Capitale si sono poi spinti anche in Emilia Romagna, Toscana fino a
Milano per un totale di quasi due tonnellate a settimana. «Solo a Roma
serviamo 20-25 Gas, 120 box a ogni carico», racconta Mugnano.
Un
impulso all’economia locale, ovviamente. Ma anche una garanzia di
tutela ambientale: «Abbiamo un protocollo molto rigido. Per lavorare
con noi e vendere ai Gas, i pescatori devono usare solo reti a maglia
europea (più larghe, ndr), non pescare esemplari sotto misura
o specie a rischio. E devono rispettare il fermo biologico di un mese
all’anno imposto dalla Ue per far “riposare” i mari e dare tempo alle
specie di riprodursi».
Il fatto
di vendere solo ai gruppi d’acquisto è in questo senso un incentivo a
fissare paletti rigorosi: un modo per orientare il mercato verso scelte
più sostenibili. «Il nostro sogno è di arrivare ad appaltare barche che
lavorino a tempo pieno solo con i “gasisti”. Potremmo incidere ancor
più sulle regole del mercato».
L’inchiesta sulla filiera del pesce è pubblicata su VALORI Mensile di Economia Sociale, Finanza Etica e Sostenibilità N.89 – Maggio 2011 - (Scarica il pdf)
fonte: SODALITAS SOCIAL AWARD
Sodalitas Social Award: ecco i vincitori del 2011
Work-life balance, lotta al cambiamento climatico e diritti delle fasce deboli i temi dell’anno.
Il Premio Speciale della Giuria alle iniziative di inserimento dei giovani nel lavoro. Premiata la replicabilità dei progetti. Pisapia: “Conto sulla collaborazione di Sodalitas”
Milano, 14 giugno 2011 - 251 i progetti presentati, 206 le aziende candidate, 10 i vincitori.
Questi
i numeri della 9^ Edizione del Sodalitas Social Award, l’ormai celebre
premio per la Sostenibilità d’Impresa organizzato da Fondazione
Sodalitas, che anche quest’anno ha visto una nutrita partecipazione, a
conferma di come le imprese, pur in momenti di crisi, continuino ad
attribuire un valore peculiare e competitivo allo sviluppo di azioni
sociali e sostenibili. “Mai come quest’anno il Premio ha espresso
proposte di grande interesse – ha dichiarato Ugo Castellano,
responsabile del Premio di Fondazione Sodalitas - Molti progetti si
sono distinti per il loro elevato grado di replicabilità, e ci
aspettiamo quindi che siano numerose le imprese ‘contagiate’ dalle
buone pratiche presentate. In particolare, si sono distinte iniziative
per il miglioramento del work-life balance, per la lotta al cambiamento
climatico e per il rispetto dei diritti delle fasce più deboli della
popolazione.”
Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano, impegnato a Parigi per la riunione
del B.I.E. su Expo 2015, ha inviato un messaggio a Fondazione
Sodalitas: “Considero fondamentali per lo sviluppo di Milano le istanze
che Sodalitas porta avanti da sempre con senso di concretezza,
promuovendo la responsabilità sociale d’impresa e una cultura diffusa
delle buone pratiche in materia di risparmio energetico e riduzione
dell’inquinamento – ha affermato il neo Sindaco di Milano - La
sostenibilità è stata un punto fermo della mia campagna elettorale e
sarà una priorità del mio impegno amministrativo dei prossimi anni.
Conto sulla vostra collaborazione e sulle vostre competenze”. Il Premio
Speciale della Giuria, composta da rappresentanti autorevoli degli
stakeholder e presieduta da Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università
Cattolica, quest’anno è stato riservato alle iniziative aventi come
finalità l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro…
(continua a leggere su http://www.sodalitas.it/sostenibilita/Sodalitas_Social_Award.aspx)
Nota: Fishbox ha partecipato nell’area
Premio per la migliore iniziativa nell’ambito del Mercato
Riconoscimento per imprese che abbiano realizzato programmi volti a
gestire con trasparenza le relazioni con i propri stakeholders
(clienti, fornitori, concorrenti, dipendenti) attraverso:
- l’innovazione di prodotto, con l’obiettivo di migliorare l’impatto
ambientale e sociale del prodotto stesso e la sua capacità di
rispondere in modo più efficace ai bisogni dei clienti; Il libro d’oro
della Responsabilità Sociale d’Impresa
- la gestione responsabile della catena di fornitura dal punto di vista
dell’impatto ambientale (Green Procurement) e della tutela dei diritti
umani; - il coinvolgimento dei consumatori, con l’obiettivo di
costruire politiche di comunicazione e ascolto e promuovere stili di
consumo più sostenibile (Green/Responsible Marketing);
- la gestione responsabile delle relazioni con gli investitori, anche
attraverso l’adozione di investimenti socialmente responsabili e
l’efficace comunicazione dei “fattori intangibili”.
Tutti i progetti candidati al Premio sono già presenti su
Sodalitas Social Solution, il database online sulla Sostenibilità
d’Impresa più completo a livello europeo, che raccoglie oltre 1600
iniziative di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa… (consulta il libro d’oro della responsabilità d’impresa; Fishbox è a pag.411)
fonte: ADNKRONOS
Pesce fresco a km zero, ci pensa la Fish Box. E' l'ultima frontiera dei Gas
All'acquirente
viene chiesto di imparare a consumare il pesce a seconda della
stagionalità: da settembre a gennaio ci sono le alici, i calamaretti
abbondano tra gennaio e febbraio e i calamari da settembre a dicembre;
per i gamberetti rosa il periodo migliore è da marzo a giugno, per le
mazzancolle da settembre a dicembre
Roma, 3 ott. (Adnkronos) - Giovedì notte ore 23. Sulla banchina di
Termoli arriva l'ultima pescata della settimana dopo i due mesi di
fermo biologico. I pescatori che utilizzano ancora le tecniche
dell'antica cultura marinara, scaricano pesci di stagione, freschissimi
e a chilometri zero perché arrivano dall'Adriatico centrale, pronti ad
arrivare al consumatore nelle prime ore del mattino, all'interno di una
cassetta detta 'Fish Box'. E' l'ultima frontiera dei Gruppi di acquisto solidale,
realtà diffusa in Italia da tempo, ma che non comprendeva ancora il
settore ittico finché non ci ha pensato una piccola azienda di Termoli.
Una decina di persone in tutto che
si sono messe in testa di cambiare i consumi e le abitudini d'acquisto,
invertire la rotta per condizionare il mercato dell'alimentazione. Vera
e propria 'community supperter fishery', basata sull'alleanza tra
produttori e consumatori, il progetto Fish Box nasce con l'obiettivo di diffondere un consumo del pesce più consapevole e sostenibile, accorciando la catena distributiva
e, quindi, contribuendo a diminuire le emissioni di Co2. "Mettiamo in
contatto i Gruppi di acquisto solidale con i pescatori, osservando un
protocollo rigido che riguarda tanto i pescatori, ai quali chiediamo di
rispettare le regolamentazioni della comunità economica, utilizzando
maglie a norma europea, quanto il pesce, che non deve mai essere sotto
misura o a rischio estinzione", spiega all'Adnkronos Daniele Mugnano,
co-fondatore del progetto.
Il
risultato è pesce buono, sano, fresco e a un prezzo equo in virtù del
rapporto praticamente diretto tra pescatori e consumatori. All'acquirente viene chiesto di imparare a consumare il pesce a seconda della stagionalità
e di accettare il fatto che "se c'è maltempo, non facciamo le consegne
perché i pescatori non vanno in mare", sottolinea Mugnano. Per
organizzarsi in virtù di questa incognita, si chiudono gli ordini il
mercoledì a mezzogirno ed entro giovedì alla stessa ora si dà conferma
che le barche siano in mare e che, quindi, il pesce arriverà puntuale
il giovedì notte alla banchina di Termoli. "Le richieste sempre in
aumento e il fatto che il 60% dei Gruppi di acquisto solidale del
centro Italia si rivolgano a noi, dimostrano che puntare sulla
sostenibilità alimentare, in un momento di crisi, è una scelta
vincente", spiega Mugnano. E' già in cantiere un nuovo progetto,
"Conserve di mare", che entro l'inizio del 2012 offrirà ai Gruppi di
acquisto scatolette di tonno sostenibili e barattoli di 'pesce
dimenticato' tutto da riscoprire, conservati in olio d'oliva e
realizzati grazie ad alcune cooperative di pescatori.
(articolo completo su http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Tendenze/Pesce-fresco-a-km-zero-ci-pensa-la-Fish-Box-E-lultima-frontiera-dei-Gas_312509954465.html)
fonte: ECQUO
Sostenibilità sociale economica e ambiente
Pesce fresco Gas presi nella rete. Il progetto fish box sbarca nelle città.
di Ilaria Traditi
Per la prima volta il pesce entra a far parte del paniere dei Gruppi di Acquisto Solidale e
lo fa grazie al progetto “fish box” nato a Termoli circa un anno fa e
in breve tempo già sbarcato, è il caso di dirlo, in tante altre città.
Il meccanismo è sempre lo stesso: rientrati in porto di primo mattino,
i pescatori che aderiscono al progetto preparano le cassette (i box
appunto) a base di pesce freschissimo e a chilometro zero,
proveniente dall’Adriatico e pescato seguendo tecniche tradizionali.
Dopo la visita sanitaria parte il carico che in poche ore raggiunge le
città per essere distribuito ai Gas. Le consegne vengono fatte secondo
un calendario preciso, consultabile sul sito: martedì in Lombardia,
mercoledì in Toscana e Umbria, giovedì in Abruzzo e Molise e venerdì
nel Lazio. Gli ordini, come ha spiegato il co-fondatore del progetto Daniele Mugnano
all’agenzia Adnkronos si chiudono il mercoledì a mezzogiorno ed entro
giovedì alla stessa ora si dà conferma che le barche siano in mare e
che, quindi, il pesce arriverà puntuale il giovedì notte alla banchina
di Termoli.
Le richieste sempre in aumento e il fatto che il 60% dei Gruppi di acquisto solidale del centro Italia si rivolgano a noi spiega
Mugnano- dimostrano che puntare sulla sostenibilità alimentare, in un
momento di crisi, è una scelta vincente”. Gli obiettivi di fish box
sono ben spiegati nel sito (www.fishbox.it): accorciare la catena
distributiva e coniugare il piacere del palato con una maggiore
responsabilità negli acquisti.
I pesci del fish box sono quindi a basso impatto ambientale, non si trovano in fase riproduttiva e mangiarli consente ad altre specie di crescere secondo i propri tempi. Hanno un breve ciclo vitale
e sono più sani da un punto di vista nutrizionale: infatti pesci più
grossi e longevi accumulano maggiori quantità di sostanze tossiche
presenti nei nostri mari. “La nostra azienda -si legge nel sito- è
completamente al di fuori da quelli che sono gli attuali canali
distributivi del prodotto ittico in Italia (ingrosso, piattaforme
commerciali. Ci approvvigioniamo direttamente sui pescherecci
dell’Adriatico e ci rivolgiamo per la distribuzione a Gruppi di
Acquisto di Quartiere o Aziendali, Gas, Associazioni e Realtà Operative
nel mondo del Biologico”.
Il costo? Una cassetta da 2 chili (pesce fresco misto dell’Adriatico) costa 30 euro,
50 quella da 2 chili e mezzo che include anche scampi, rane pescatrici,
seppie, calamari, sogliole, totani, polpi, mazzancolle, mormore,
triglie. C’è anche l’opzione “fish box 3” dove con 42 euro si può
ordinare un box da 3 chili composto da polpi, totani e merluzzi.
Abbinabilie in tutti i casi un sacchetto di cozze (2,50 euro al Kg),
vongole (8 euro al Kg) o alici mezzane (12 euro box da 2 chili). Da
tenere presente che la composizione può variare in base alla stagionalità e la pescata.
(articolo completo su http://magazine.quotidiano.net/ecquo/traditi/2011/10/26/i-gas-presi-nella-rete-il-progetto-fish-box-sbarca-nelle-citta/)
|
fonte: La Repubblica-Genova
Ultime notizie
Sostenibilità: al via progetto per promozione pesce senza
mercato
(Adnkronos)
- Il progetto, coordinato dall'Acquario, e' cofinanziato dall'Unione
europea e dalla regione Liguria. "Abbiamo individuato 18 specie non a
rischio, meno conosciute e quindi valore di mercato basso. Che siano
poco conosciute lo capiamo anche facendo sondaggi: abbiamo distribuito
800 questionari al pubblico, nei nostri eventi o degustazioni
chiedevamo verbalmente mostrando i pesci se per caso li conoscessero, e
cosi' via; ma l'ignoranza diffusa dipende anche dal fatto che quelle
specie non arrivano sui banchi del mercato: e allora abbiamo pensato di
coinvolgere anche i distributori per rompere questo circolo vizioso".
Da qui un accordo, che Valettini definisce importantissimo, con le due
maggiori cooperative di pesca nazionali, Agci Agrital e Legapesca, che
aiutano il gruppo di Fishscale a coinvolgere pescatori e rivenditori
nei punti di prima vendita: di fatto, lungo le banchine dei porti
pescherecci.
Le risposte
non sono tardate, e soprattutto dai pescatori: "loro sono felici,
conoscendo bene il pesce, di venderlo invece di ributtarlo a mare (ogni
anno, stima la Fao, lo scarto a livello mondiale e' del 25%, pari a
oltre 40 tonnellate, ndr), e si sono convinti subito che con una
maggiore richiesta sarebbe per loro un vantaggio economico non
indifferente, anche se il pesce non noto non spunta alti prezzi". Gia'
un altro progetto di pescato sostenibile, www.fishbox.it di Termoli, ha iniziato a commercializzare box di alcune specie selezionate dai "biologi-attivisti" di Genova. (segue)
articolo completo su http://genova.repubblica.it/dettaglio-news/18:08/4129283
fonte: IGN - portale gruppo ADNKRONOS - Prometeo
Sostenibilità notizie
Specie meno conosciute sulle tavole italiane con il progetto
'Pesce ritrovato'
L'intento dell'iniziativa, nata all'Acquario di Genova, è la salvaguardia della biodiversità marina
Roma,
12 mar. - (Adnkronos) - Orata o spigola? Nessuna delle due: piuttosto
una succosa lampuga, un'argentea spatola, la nobilissima alalunga, o
quello che la vera gente di mare ritiene il re dei pesci a carne
bianca, il leccio stella. Da oltre un anno, con una passione pari solo
alla loro testardaggine, un gruppo di biologi dell'Acquario di Genova è
impegnato nella divulgazione delle specie dimenticate dei nostri mari, ed hanno quindi ideato il progetto "Pesce ritrovato",
partito nell'ottobre 2010 e finanziato fino alla fine del settembre
2013: e visto il successo che sta riscuotendo, anche tra ristoratori,
coop e soprattutto gli utenti finali sulle loro tavole, potrebbe
continuare ancora a lungo.
"L'intento principale del progetto -dice all'Adnkronos Bruna Valettini, alla testa del progetto- è la salvaguardia della biodiversità marina, promuovendo le specie meno conosciute:
le altre sono sovrasfruttate, vale a dire quei pesci che tutti
conoscono e tutti comprano al mercato". Ma il bonus vero, che si scopre
solo dopo, è proprio a tavola: le specie selezionate dal progetto (la
lista è su www.fishscale.eu) non solo non hanno nulla da invidiare a quelle più conosciute, ma spesso hanno caratteristiche di gusto e anche organolettiche superiori.
"Anch'io -dice Valettini- ero una consumatrice tipo, poi mi sono resa
conto della realtà di questa situazione. Il consumatore tipo ragiona
così: non conosce il pesce e quindi non lo compra. E non sa che grosso
sbaglio fa..."
Il progetto, coordinato dall'Acquario, è cofinanziato dall'Unione europea e dalla regione Liguria. "Abbiamo individuato 18 specie non a rischio, meno conosciute e quindi valore di mercato basso.
Che siano poco conosciute lo capiamo anche facendo sondaggi: abbiamo
distribuito 800 questionari al pubblico, nei nostri eventi o
degustazioni chiedevamo verbalmente mostrando i pesci se per caso li
conoscessero, e così via; ma l'ignoranza diffusa dipende anche dal
fatto che quelle specie non arrivano sui banchi del mercato: e allora
abbiamo pensato di coinvolgere anche i distributori per rompere questo
circolo vizioso". Da qui un accordo, che Valettini definisce
importantissimo, con le due maggiori cooperative di pesca nazionali, Agci Agrital e Legapesca,
che aiutano il gruppo di Fishscale a coinvolgere pescatori e
rivenditori nei punti di prima vendita: di fatto, lungo le banchine dei
porti pescherecci. Le risposte non sono tardate, e soprattutto dai
pescatori: "loro sono felici, conoscendo bene il pesce, di venderlo
invece di ributtarlo a mare (ogni anno, stima la Fao, lo scarto a
livello mondiale è del 25%, pari a oltre 40 tonnellate, ndr), e si sono
convinti subito che con una maggiore richiesta sarebbe per loro un
vantaggio economico non indifferente, anche se il pesce non noto non
spunta alti prezzi". Già un altro progetto di pescato sostenibile, www.fishbox.it di Termoli, ha iniziato a commercializzare box di alcune specie selezionate dai "biologi-attivisti" di Genova.
Dalla banchina al ristorante il passo è breve, e Fishscale
ha già nel suo carnet una sessantina di risoratori liguri che
aderiscono al progetto, più un gruppetto di pescherie. "La
grande svolta potrebbe derivare -anticipa Valettini- da un possibile
accordo con Unioncamere, che stiamo discutendo proprio in questi
giorni: raggiungeremmo circa 2.000 ristoranti, non è poca cosa".
articolo completo su http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Risorse/Specie-meno-conosciute-sulle-tavole-italiane-con-il-progetto-Pesce-ritrovato_313077752104.html
fonte: Bio - Logica ... per salvare il nostro pianeta dall'inquinamento
Produttori biologici
Fishbox Alimetazione Sostenibile
di Daniela Gallo
Il progetto Fish Box promuove la diffusione più consapevole del consumo del pesce.
Un
consumo consapevole che viene incentivato accorciando la catena
distributiva e consegnando nelle mani dei consumatori il pesce di
qualità pescato dei nostri mari, saltando la catena di distribuzione
convenzionale del prodotto ittico in Italia.
Da Termoli, sede di Fish Box,
direttamente dai pescherecci che operano nell’Adriatico, il pesce
pescato è dedicato alla distribuzione per i Gruppi di Acquisto di
Quartiere o Aziendali, Gas, (....)
articolo completo su http://www.bio-logica.it/produttori-biologici/fish-box-alimentazione-sostenibile/
fonte: RETI SOLIDALI n.6/11
Periodico dei centri di servizio per il volontariato del Lazio
Anche il pesce di fa critico ed equo
di Laura Badaracchi
Anche il pesce può essere equo e garantire un "alimentazione sostenibile". ...p. 72 e 72
CONTINUA LA LETTURA DELL'ARTICOLO
Convegno 13 luglio 2012 : Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" - DISAAT dip.di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali
Il pesce azzurro,opportunità di sviluppo sostenibile per le
comunità della pesca dell’Adriatico
Visualizza il programma (Daniele Mugnano Responsabile Commerciale FISHBOX Alimentazione sostenibile interviene su Le opportunità della “filiera corta”
L'imbarcazione di FISHBOX si aggiudica il Primo posto alla V edizione del Memorial Nicola Piunno - (Classe Open - timoniere Daniele Mugnano e Prodiere Deborah De Silvio)
TERMOLI
- Domenica 5 Agosto si è svolta la V edizione del Memorial Nicola
Piunno, manifestazione velica in ricordo del compianto Comandante
Nicola Piunno, uomo di mare scomparso tragicamente nel 2007, la
manifestazione velica è stata organizzata dai suoi amici di sempre,
Domenico e Silvano Guidotti, ed in collaborazione con il Circolo della
Vela Termoli. Quest’anno il percorso è stato una long distance
con partenza da Rio Vivo dalla spiaggia antistante il circolo della
Vela Termoli, per proseguire sul litorale Nord con un giro di boa
dinanzi al lido Anna e ritorno sulla spiaggia del Circolo.
Alla manifestazione hanno partecipato circa 70 velisti di tutte le età
e con diversi tipi di imbarcazione. La classifica della regata è stata
stilata in base al tempo compensato utilizzando il metodo del numero di
Portsmouth.
Nella categoria Open la vittoria è andata alla coppia Mugnano – De
Silvio sul loro 470 che sono stati i primi assoluti e si sono
aggiudicati anche il trofeo del memorial .
Grande è stata la festa al rientro a terra. Commovente, come sempre, la
premiazione a cui ha partecipato anche la mamma di Nicola che ha
consegnato il trofeo del memorial, sui cui sono incisi i vincitori dei
vari anni.
fonte: DAILYGREEN il nuovoportale di Green Economy
Lo
sviluppo sostenibile è un processo che punta al miglioramento
dell'ambiente che ci circonda considerando coerentemente i
bisogni delle attuali generazione senza compromettere quelli futuri.
di Roberta Perrone
Nel
campo alimentare per esempio si tutelano le risorse naturali, come la
terra, l'acqua, la fauna e la flora, si prende il necessario senza
sprechi preservando le specie dagli eventuali esaurimenti.
Questo concetto negli ultimi anni ha preso sempre più piede orientando
sia l'attività dei produttori, sia l'atteggiamento dei consumatori,
sempre più attivi nell'abbandonare l'offerta standardizzata delle
tradizionali catene di distribuzione per rivolgersi verso prodotti
biologici, a km zero, acquistati direttamente dal produttore nei
mercati o attraverso i gruppi di acquisto solidali. Se ormai per
chiunque è facile trovare nel mercato dietro casa verdure, carne,
salumi e formaggi "sostenibili", fino ad ora non si poteva dire
altrettanto per l'acquisto del pesce. Con l'intento di colmare questa
lacuna nasce il progetto Fish Box: direttamente dal mare il pesce salta
tutti i passaggi della catena distributiva per arrivare fresco, appena
pescato, al consumatore attraverso i gruppi di acquisto di quartiere o
aziendali. Il "box" è una cassetta contenente il pesce dell'Adriatico,
acquistato direttamente sulla banchina di Termoli dai soci Daniele
Mugnano e Roberto Lanzone, responsabili dell'azienda: "Ci ispiriamo a
un’antica tradizione delle nostre parti che è la schaffetta: è la parte
di pesce che spetta al marinaio dopo una settimana di pesca per il
consumo familiare. Nel nostro caso, la schaffetta è quello che
effettivamente si trova in mare, che proponiamo nei nostri box
servendoci direttamente sui pescherecci e selezionando il pesce delle
ultime ore di pesca. Alle cinque di mattina, dopo la visita sanitaria,
parte il nostro carico che in poche ore raggiunge la città". Ma la
sostenibilità non si realizza solo accorciando la catena distributiva.
Innanzi tutto, il pesce viene pescato solo con tecniche tradizionali
nel rispetto di un'antica cultura marinara del nostro paese, poi la
distribuzione avviene con mezzi a basso impatto ambientale.
Fondamentale è anche il rispetto della fase riproduttiva dei pesci e
quindi del fermo biologico: da agosto fino a fine settembre
nell'Adriatico si ferma la pesca e si aspetta che i mari si ripopolino;
per lo stesso motivo non si pescano specie a rischio d'estinzione o pesci sottomisura.
Scordatevi dunque la solita frittura di pesci minuscoli, il salmone
importato dalla Norvegia, le noiose orate d'allevamento e lasciatevi
andare ai nuovi sapori del pesce ritrovato. Perché ciò che si
incontrerà in mare sarà quello che vi ritroverete sulle vostre tavole.
"E' lo squarcio di un momento", afferma Daniele: quando la rete sarà
piena, a seconda della disponibilità di quel giorno, potete stare certi
che mangerete un pesce sano e sostenibile. L'unico sforzo che dovrete
fare è quello di imparare a consumare il pesce secondo le stagioni,
oppure rinunciarci nel caso in cui ci sia maltempo, perché i pescatori,
ovviamente, non usciranno in mare. (...) Visualizza l'articolo completo su http://www.dailygreen.it/green-life/4547-progetto-fishbox.html
fonte: GamberoRosso.it - food news
Di pesci ne è (era) pieno il mare...
di Flavia Rendina
Di pesci ne è (era) pieno il mare...
Inquinamento, pesca illegale, sovrasfruttamento di alcune specie con
relativa compromissione dell'ecosistema, stanno seriamente minando la
salute del nostro mare e, di conseguenza, del nostro pianeta.
Quando si fa la spesa, quando si richiede un prodotto, quando si compra
un pesce piuttosto che un altro, ciascuno di noi esercita, nel suo
piccolo, un potere capace di avere ripercussioni su larga scala. Per un
mercato ittico più sostenibile, pertanto, è necessario agire
direttamente sulle attitudini dei consumatori, favorendo la riscoperta,
la conoscenza, l'apprezzamento e il consumo di specie locali spesso
trascurate: l'obiettivo, in sintesi, di Pesce Ritrovato by Fish Scale, il progetto triennale di carattere nazionale nato nell'ottobre 2010.
Il perché di un tale progetto è semplice: secondo il Ministero Italiano
delle Politiche agricole, alimentari e forestali, delle oltre 700
specie commestibili, solo il 10% circa è effettivamente
commercializzato, a causa di abitudini alimentari e culturali ormai
consolidate e della scarsa conoscenza di prodotti alternativi.
Tutto ciò si traduce nel sovrasfruttamento di determinate specie, per
le quali viene superato il massimo quantitativo di pesca sostenibile
(in alcuni casi raggiunge addirittura l'80%), e nello spreco del resto
del pescato - perfettamente commestibile ma per il quale non esiste
mercato - pari a circa il 25% del totale, per un peso stimato in oltre
40 milioni di tonnellate all'anno (dati rapporto FAO, Sofia – 2008).
Comportamenti preoccupanti che vanno a incrementare la mole di scarti
alimentari e a minacciare sempre più seriamente l'ecosistema marino.
Oltre ad agire sul fronte dei sistemi di pesca, al fine di renderli
sempre più selettivi (risparmiando quindi una morte inutile e dolorosa
a specie non commestibili pescate accidentalmente), Pesce Ritrovato by Fish Scale
si propone di salvaguardare la biodiversità marina valorizzando e
promuovendo il consumo di specie poco note o sottosfruttate, rendendo
così remunerativa la loro cattura per pescatori e la loro
commercializzazione per gli operatori del settore.
Un
nuovo concetto di pesca sostenibile che, oltre a proteggere la salute
del pianeta, rappresenterebbe un'opportunità di crescita economica per
molti settori, soprattutto se coordinata con un'offerta commerciale
mirata a soddisfare le richieste di nuovi consumatori, più informati e
sensibilizzati sui temi dello sfruttamento delle risorse marine.
Sono partner del progetto FishScale, L'Acquario di Genova, nel ruolo di coordinatore, Legambiente, Coop Liguria (associazione di consumatori), Lega Pesca, (l'associazione delle cooperative operanti nel settore dell'economia ittica), Softeco Sismat S.p.A. (azienda leader nel mercato dell'information and communication technology), AGCI Agrital (l'associazione del settore agro-ittico-alimentare dell'AGCI) e la Regione Liguria, co-finanziatore di supporto.
Da qualche giorno, la collaborazione si è estesa anche al progetto Fish Box,
nato per diffondere il consumo consapevole di pesce e accorciare la
catena distributiva, rivolgendosi in forma diretta a gruppi di acquisto
di quartiere o aziendali, Gas, associazioni e realtà operative nel
mondo del biologico. Grazie al loro impegno, fino ad ora sono state
recuperate numerose specie di pesci “dimenticati” (tra cui, aguglia,
leccia stellata, tombarello, boga, lampuga) che finalmente sono
riusciti a vedersi riconosciuto il proprio posto sul banco del pesce
accanto ai loro "cugini" più blasonati. La speranza è che la loro
indiscussa bontà e il prezzo decisamente allettante possa indurre i
consumatori ad un'inversione di tendenza e all'apertura verso nuove
specie ittiche.
Visualizza l'articolo completo su ( http://www.gamberorosso.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=302751:sul-banco-pesce-non-ti-scordar-di-noi--&tmpl=component&print=1&lang=it )
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